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Comma 29, l’ammazza-blog

In questi giorni si fa un gran parlare di libertà di informazione. Al centro dell’agenda politica è infatti tornato il disegno di legge sulle intercettazioni ed è ricomparsa puntale anche la moda giovanilistica del post-it giallo sulla bocca. Un po’ come fare cinquina e tombola con lo stesso numero. Sarei tentato dal presentare qui un’analisi sulle “tendenze” della nuova collezione di protesta autunno(caldo)-inverno, ma sarebbe imbarazzante infierire. Non nego comunque di sperare in una futura ribellione con il Super-Attack o con il Bostik.  In quanto al ddl, invece, è già stato detto molto e in Rete c’è abbondante materiale sui rischi di censura per i giornalisti degli organi di informazione tradizionali. Più nello specifico, però,  quel che  potrebbe interessare i lettori (e gli autori!!!) de L’indifferenziato è il comma 29 dell’art. 1 di questo disegno di legge, in quanto inerente a “siti informatici e giornali quotidiani o periodici diffusi per via telematica”.

Tuttavia, non avendo una buona familiarità con un certo lessico di settore, penso possa essere più conveniente linkare QUI la guida pubblicata giorni fa da Valigiablu. Uno strumento valido per comprendere i possibili effetti di questo ddl sul Web.

Nel frattempo il malcontento cresce in Rete e persino Wikipedia decide di oscurare le proprie pagine contro il comma citato.  Una protesta finalizzata a difendere i principi fondati del servizio stesso, vale a dire “neutralità, libertà e verificabilità dei suoi contenuti”.

E “L’indifferenziato”? Cosa succederebbe se tale comma dovesse essere approvato?

Un scenario plausibile potrebbe essere questo:

L’indifferenziato, sulla base di documenti, scrive che il politico locale X o Y ha sperperato del denaro pubblico. E’ evidentemente un esempio, ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale. Il politico in questione non gradisce il nostro articolo e in men che non si dica entra nella sua casella di posta elettronica per inviarci una mail nella quale ci chiede di rettificare quanto  è stato scritto. L’indifferenziato non è una testata giornalistica, è privo di un comitato di redazione ed è aggiornato secondo la disponibilità del materiale. Può dunque capitare che nelle 48 ore successive all’invio della mail, gli amministratori non siano on line poiché in altre faccende affaccendati. Dunque, niente rettifica e sanzione per un massimo di 12.500,00 euro. Sossoldi.

E’ censura? Non esattamente, o almeno non in senso tradizionale. Manca qui la tipica figura del Signor Censore di cui cantava a metà anni ’70 un artista napoletano  (in quel momento un punk ante litteram per l’irriverenza dei suoi testi) che più tardi, in un declino inarrestabile, inseguendo un gol si sarebbe poi (s)venduto agli spot della Tim.

Nel nostro caso il “Signor Censore” è quello stesso politico che, citato nell’ ipotetico articolo, ci invita a rettificare. E’ quel soggetto che ci obbliga a dichiarare come falsa una notizia documenta.

Un comma paradossale (quasi quanto il “22” di Joseph Heller) che con il pretesto di evitare notizie menzognere sul web impone un obbligo di rettifica a blogger che si vedranno costretti a pubblicare le (presunte) “verità” di ciascuna persona citata nell’articolo. Senza che vi sia nessuno a verificare l’oggettività della stessa rettifica. Senza alcuna possibilità di contradditorio.

Autocensura preventiva. Questo è l’effetto  che in definitiva potrebbe avere una norma simile. L’indifferenziato, come una miriade  di altri blog, non possono con ogni evidenza concedersi il lusso di sanzioni da 12.500,00 euro. L’autore rifletterà a lungo prima di scrivere riguardo quel politico X o Y. Verosimilmente desisterà, ripiegando su temi più “sicuri” come il decoupage o il punto-croce. Illudendosi di non incappare in casalinghe (e casalinghi) troppo suscettibili.

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5 Commenti

  1. loscemodelvillaggio
    loscemodelvillaggio

    Mi auguro e vi auguro che queste nuove e ‘innovative’ norme non riescano a tappare la bocca all’indifferenziato e alle altre fonti del web.
    Sarebbe una sconfitta per libertà e democrazia.

  2. Umberto Zimarri

    Pare e sottolineo pare che per quanto riguarda “l’ammazza blog” ci sia stata una rettifica a causa delle enormi proteste odierne. Hanno obbligo di rettifica solo le testate giornalistiche e non i blog come il nostro. Ciò non cambia la mia opinione su questa legge assurda e inconcepibile. é una vergogna! Siamo arrivati alla censura.

  3. Mirco Zurlo

    Utilizzano sempre la stessa tecnica i nostri governanti: per ottenere 70 sparano 100 e poi rettificano, scendendo a 70 (poichè sarebbe effettivamente troppo 100) passando anche per persone buone, proprio di cuore, democratiche,paladine della libertà.
    Questo disegno legge sulle intercettazioni (in realtà è ANCHE sulle intercettazioni ma è SOPRATTUTTO contro la libertà di informazione) raggiunge livelli assoluti di “genialità” legislativa: fa diventare “giudice” una delle parti in causa. Ladri, truffatori, corruttori, persone di discutibile moralità, possono gestire meglio i loro “affari” ben sapendo che se qualcuno diffonderà le notizie, saranno loro stessi a decidere se quella notizia potrà rimanere pubblica oppure andrà immediatamente modificata. Chapeau!

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