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La libreria del Villaggio

Apro questa nuova rubrica col grosso dubbio sulla sua riuscita, perciò calo subito un asso per provare ad avvicinare quanti più lettori possibili.

Shakespeare. Parliamo un po’ di questo storico autore.
Da molti considerato uno dei più grandi, se non ‘il più grande’ di tutti i tempi nel tempio della letteratura mondiale.
Ogni giudizio del sottoscritto è puramente soggettivo e tale deve rimanere, il mio scopo è quello di far pervenire quanti più pareri possibili, anche nell’intento di illuminarmi  con le vostre idee e considerazioni.
Dunque cominciamo.
Ho sotto mano un’opera dell’autore britannico che è considerata tra le migliori della sua penna: ‘Macbeth’.
Shakespeare rivive in questa tragedia gli intrighi del medioevo scozzese, le lotte per il potere e il desiderio di vendetta. Composto tra il 1605 e il 1608. Il protagonista Macbeth, è tormentato da una duplice attrazione di forze discordanti dentro il suo animo, l’ambizione sanguinaria e l’onestà, infine la giustizia. Macbeth però, convinto di non poter nulla contro un destino rivelato si getterà tra le braccia di quel fato da lui stesso costruito.
E’ interessante come l’animo del protagonista sia combattuto tra la voglia di potere, quello sulla Scozia, e il senso della giustizia contro il quale egli stesso combatte, perché per arrivare in alto dovrà uccidere. Prevarrà appunto la rapida scalata verso il potere attraverso lo spargimento di sangue, scalata che Macbeth pagherà con la sua stessa vita.
Avvincente e romanzesco, ciò che mi ha spinto a scrivere quest’articolo è la seguente domanda: è giusto considerare Shakespeare uno dei più grandi scrittori della storia come il nostro Dante?
Consideriamo anche il ‘Romeo e Giulietta’: la diatriba tra le due famiglie e il triplice suicidio(il primo non riuscito) dei due amanti,che fanno arrivare questa storia all’apoteosi del tragicomico. Possono essere questi contenuti degni di quelli, ad esempio, della ‘Divina Commedia’?
E’ giusto giudicarli e considerarli sullo stesso piano nell’olimpo letterario?
Shakespeare fu impresario e autore di opere prevalentemente teatrali, in quei campi sicuramente avrebbe dato filo da torcere a chiunque ai suoi tempi. Ma in fatto di contenuti, di quello che un’opera lascia nell’animo del lettore, al massimo l’inglese poteva rabboccare di inchiostro il calamaio di Dante o del suo connazionale e contemporaneo Christopher Marlowe, per citare un autore che al suo cospetto appare come uno sconosciuto assoluto, o il più recente Oscar Wilde.
 
In aggiunta va detto che la paternità delle sue opere è stata messa in dubbio dalla ricerca di alcuni documenti riguardanti la vita dell’autore inglese, dalla quale prende spunto John Underwood nel suo romanzo: ‘Il libro segreto di Shakespeare’, una trama complottista che mette in dubbio tutto ciò che ha consegnato Shakespeare alla storia. Tale romanzo si basa su un intreccio fantasioso ma i suddetti documenti ,citati nel libro, esistono. Per chi volesse saperne di più, non c’è altro da fare che andare in libreria. Ma vi sconsiglio di acquistare il libro in questione perché lo trovereste inconsistente, a meno ché non abbiate tendenze indagatrici…
 
Fatti e persone sono sotto gli occhi di tutti. Alla prossima.

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4 Commenti

  1. mi fa piacere leggere la stessa spontaneità al di là del muro del suono di questo blog 🙂
    ti sei posto una domanda da un milione di dollari in gettoni d’oro…
    forse shakespeare è stato abbastanza pop da meritare la sua gloria artistico-letteraria, ma non saprei dire se ha anche avuto l’ausilio di una fitta campagna di marketing, del resto anche felix baumgartner è così pop (e mi piace anche per questo).

  2. loscemodelvillaggio
    loscemodelvillaggio

    Hai nominato Felix Baumgartner per alludere subdolamente al salto nel vuoto che ho fatto scrivendo quest’articolo forse??…
    Dimostrerò come si può essere pop in maniera diversa, e secondo me anche in modo molto più meritevole. C’è uno scrittore capace di ciò (anche se appartenete ad un’epoca diversa)ma che non ha certo goduto della stessa ‘nomea’ di Shakespeare.
    Ne parlerò.

  3. non alludevo subdolamente a nulla, ho soltanto serie difficoltà di comunicazione e faccio un uso improprio delle faccine gialle.
    in realtà ho apprezzato molto la spontaneità che mostri sia nei commenti sia nel passaggio/salto ad autore dell’articolo.
    tutto qua

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