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Sogni e incubi a stelle e strisce: lo “strano” caso del Dr. Ralph Erdmann (parte 2)

Benché la pena di morte trovi parecchie avversioni sul piano culturale e le posizioni a suo favore siano isolate, non si può dire altrettanto sul piano sociale. Una dimostrazione eloquente è avvenuta durante le elezioni del novembre 2012 in California quando si votava sia per scegliere il nuovo Presidente americano e sia per alcuni referendum, tra cui uno per l’abolizione della pena di morte. Come è andata a finire? I democratici e Obama hanno stravinto le presidenziali con oltre il 60% dei consensi. Molti si aspettavano anche una schiacciante vittoria dei “Si” all’abolizione, visto che non solo i democratici in generale ma anche diversi repubblicani si dichiarano contro la pena capitale. E invece i risultati sono stati un’ulteriore dimostrazione della contraddizione e dell’ambiguità tipicamente americana: vittoria dei “No” con oltre il 54% dei consensi. Quindi, molti elettori “democratici” hanno sicuramente votato a favore della pena di morte nonostante: siano stati inequivocabilmente dimostrati gli elevatissimi costi di mantenimento, per le particolari condizioni di sicurezza di cui necessita il braccio della morte; ex “boia” come Jerry Givens e Ron McAndrew si siano schierati apertamente a favore dell’abolizione; la testimonianza di 141 innocenti destinati all’esecuzione e rilasciati per non aver commesso il fatto dopo anni e anni di ingiusta detenzione.

Linea di confineMa c’è un caso che probabilmente più di altri è l’emblema di quanta poca distanza separi il sogno dall’incubo, e di quanto sia facile trasformare la sicurezza in incertezza, la giustizia in ingiustizia. Anche in un sistema come quello americano basta poco, basta molto poco… basta ad esempio un perito compiacente, un tipo alla Ralph Erdmann.

Il dottor Ralph Erdmann ha svolto la professione di patologo forense in oltre 40 contee del Texas negli anni ’80 fino all’inizio degli anni ’90. Nel periodo di maggiore attività è arrivato ad eseguire anche 400 autopsie all’anno, lavorando in stretta collaborazione con procuratori e funzionari di polizia che lo hanno a lungo preferito ai suoi colleghi. Motivo? I suoi referti confermavano sistematicamente le ipotesi accusatorie. Se i Pubblici Ministeri avevano bisogno di alcool nel sangue dell’imputato, il rapporto di Erdmann mostrava tale evidenza; se c’era bisogno di una certa ora della morte per incastrare un sospetto, il dottor Erdmann dimostrava che la vittima era deceduta proprio a quell’ora. In un processo per omicidio, testimoniò che la vittima era stata uccisa con un colpo secco alla testa che le aveva spezzato il collo; ma quando il corpo venne riesumato un altro medico legale constatò che collo e cranio erano intatti. Nel caso di un bambino morto in casa, stabilì che la morte era dovuta ad un forte colpo allo stomaco facendo così arrestare il sospettato che in quel momento si trovava nell’abitazione; successivamente venne invece dimostrato che la vittima era annegata accidentalmente. Di fronte a queste contraddizioni, Erdmann si è giustificato attribuendo i suoi abbagli a errori di trascrizione dei referti e alle precarie condizioni in cui era costretto a lavorare.

mortePer oltre 10 anni Erdmann si è dichiarato in possesso di qualifiche che non aveva, ha sostenuto mentendo di essere esperto di balistica, ha eseguito false autopsie che hanno contribuito in maniera spesso determinante a spedire innocenti in galera e 20 imputati alla condanna a morte. Quanti di questi erano estranei ai fatti???

Ma le dimensioni di questa indecente vicenda purtroppo restano tuttora parziali e incomplete in quanto si è potuto esaminare solo un piccolo campione delle autopsie effettuate: su circa 300 rapporti autoptici si è scoperto che in almeno 1/3 dei casi, i corpi non erano stati nemmeno aperti!

Ma Erdmann non è l’unico responsabile. Per anni ha lavorato per investigatori e procuratori (alcuni dei quali sono diventati personaggi di primo piano nella politica americana), semplificando il loro lavoro. Questi a loro volta hanno accettato senza discussioni le omissioni imbarazzanti del patologo, la sua metodologia per nulla scientifica, le sue specializzazioni sospette. Per il lavoro forense il Dr. Erdmann ha ricevuto $ 140000 dollari l’anno e $ 650 dollari per autopsia nelle contee più piccole. Fino al giorno in cui i suoi abusi sono stati casualmente svelati: in una relazione autoptica illustrava dettagliatamente lo stato e il peso della milza della vittima; nell’ascoltare l’esposizione i parenti della vittima restarono esterrefatti perché sapevano che al loro caro, proprio la milza era stata asportata diversi anni prima a seguito di un incidente.

giustiziaingiustaLa giustizia americana ha condannato Ralph Erdmann per la sua ignobile condotta a 10 anni di libertà vigilata e 200 ore di servizi sociali. Non si sa nulla invece di eventuali condanne per tutti quei “complici” (poliziotti, procuratori, avvocati) che hanno sfruttato il lavoro del patologo per l’individuazione di un colpevole (e non del colpevole) in nome e per conto di una giustizia generatrice di ingiustizie.

Anche in un sistema giuridico come quello degli Usa succedono queste cose. Certo la vicenda del prof. Erdmann è un caso estremo ma sbaglieremmo a crederla un caso isolato. Nel corso degli anni ci sono stati periti negligenti, incompetenti, corrotti o compiacenti che hanno recato danni incommensurabili agli imputati, alle vittime, alla società e alla Giustizia in generale. Certo, la maggior parte dei periti si dimostrano preparati, competenti e professionali, ma anche i migliori, seppur in buona fede, commettono errori. Troppo spesso però, gli errori restano nascosti, invisibili nelle carte processuali. In genere chi ha sbagliato non ammette mai di averlo fatto, anche quando ci sarebbero tutte le condizioni per rendersene conto. “L’uomo è lo zimbello più facile di se stesso perché quello che vuole che sia vero, generalmente lo ritiene vero” scriveva Demostene. La difficoltà di emersione di certi errori deriva anche dall’inadeguatezza dei controlli sul lavoro degli “esperti” e da una sorta di culto per l’autorità; perché un’autorità non deve sbagliare, e se lo fa i suoi errori vengono coperti per continuare a tenere alta l’idea stessa di autorità. Così la vecchia morale porta a praticare la disonestà intellettuale. Questo ci induce a nascondere i nostri sbagli e le conseguenze di questa tendenza ad insabbiare possono essere perfino peggiori di quelle dello sbaglio che volevano nascondere (K. R. Popper).

prima parte: http://www.lindifferenziato.com/2014/02/24/sogni-e-incubi-stelle-e-strisce-parte-1/

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"Quando non si conosce la verità di una cosa, è bene che vi sia un errore comune che fissi la mente degli uomini. La malattia principale dell'uomo è la malattia inquieta delle cose che non può conoscere; e per lui è minor male essere nell'errore che in quella curiosità inutile".

3 Commenti

  1. Mauro Stracqualursi
    Mauro Stracqualursi

    Ottimo articolo Mirco. Non avevo mai sentito la storia del Dr. Erdmann. Le cose che più mi hanno colpito:
    1) Poche notizie a tal riguardo sul web. 2) La pena comminata mi sembra alquanto irrisoria per i crimini che il dottore ha perpetrato. 3) Nessun procedimento per “i mandanti”, che ora hanno anche ruoli di rilievo nella civile America.

  2. Mirco Zurlo

    E’ una delle tante grandi contraddizioni di un grande paese come gli Usa. A volte anche la loro Giustizia non è così “giusta”, anche clamorosamente direi.

  3. Mirco Zurlo

    “E se centinaia di processi negli Stati Uniti si fossero basati su prove imperfette o errate? Un’indagine iniziata nel 2012 e finalizzata a scoprire gli errori condotti nei laboratori forensi dell’Fbi negli ultimi 20 anni sta portando alla luce numerosi casi di processi compiuti e conclusi sulla base di prove non conformi in grado di viziare il giudizio finale delle varie corti”…
    http://www.giornalettismo.com/archives/1577411/gli-errori-dellfbi-che-hanno-ucciso-45-persone/

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