«La storia di un grande amore», «La storia di un incontro speciale». E’ il nuovo lavoro di Aki Kaurismäki, “Miracolo a le Havre”, il film della settimana su L’Indifferenziato.
Le altre uscite del weekend: la commedia italiana “Anche se è amore non si vede” dei comici Ficarra e Picone, il documentario del 2007 “Inti-Illimani: dove cantano le nuvole” di Francesco Cordio e Paolo Pagnoncelli. Presente anche l’animazione con “Happy Feet 2” di George Miller, la fantascienza con “Real Steel” di Shawn Levy e l’azione con “Tower Heist: colpo ad alto livello” di Brett Ratner.
“Le Havre”, titolo originale, è una co-produzione della compagnia finlandese di Kaurismäki, la Sputnik, Francia e Germania. Il regista torna a cimentarsi con il cinema francese dopo “Vita da Bohème” del 1992. Il film è stato presentato per la prima volta in concorso al Festival di Cannes del 2011, dove forse è risultato il film più apprezzato dell’intera kermesse, però senza accaparrarsi la Palma D’Oro. Nel cast presenti attori francesi e finlandesi, tra i quali: André Wilms, Kati Outinen, Jean-Pierre Darroussin, Blondin Miguel e Elina Salo.
Il film si snoda attorno al protagonista, Marcel Marx (André Wilms) un ex scrittore bohemien che per professione svolge l’umile lavoro di lustrascarpe a Le Havre. Mantenendo sempre viva la sua ambizione letteraria, conduce una vita più che soddisfacente nel suo amorevole triangolo, famiglia, con sua moglie Arletty (Kati Outinen) e con il loro cane Laika, il lavoro e il bar dell’angolo. Arletty è profondamente malata e questa rivelazione sarà un colpo durissimo per Marcel, ma l’incontro con un giovanissimo immigrato africano sarà come un segno del destino. Marcel con l’aiuto dell’intero quartiere cercherà di salvare il piccolo Idrissa e farlo ricongiungere con sua madre.
Le Havre viene rappresentata come in un sogno, il sogno delle piccole cose. Il “buongiorno” vuole dire realmente “buongiorno”, qui si è a casa. Qui sembra essere tutto miracoloso, una realtà rappresentata da un superbo Kaurismäki con disincanto, ottimismo e amarezza. Possibile che questi miracoli non possano verificarsi nella vita di tutti i giorni? E lo stesso regista ne parla in una sua presentazione:
“Non accade spesso che il cinema europeo affronti il tema della sempre più grave crisi economica, politica e soprattutto morale che ha portato alla questione irrisolta dei profughi: persone che arrivano dopo mille difficoltà nell’Unione europea e subiscono un trattamento irregolare e spesso inadeguato. Non ho soluzioni da proporre, ma ho voluto in qualche modo affrontare la questione, anche se in un film che ha poco di realistico”.
Non resta che goderci il film. Vi lascio con il trailer.
Visto ieri sera, sono onesto: non mi ha entusiasmato …