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Omaggio a Fabrizio De Andrè

Io penso che un uomo senza utopia, senza sogno, senza ideali, vale a dire senza passioni e senza slanci sarebbe un mostruoso animale fatto semplicemente di istinto e di raziocinio, una specie di cinghiale laureato in matematica pura.Fabrizio De Andrè

 

Esattamente tredici anni fa, l’11 gennaio del 1999, ci lasciava Fabrizio De Andrè. Questo vuole essere solo un piccolo omaggio ad uno dei miei artisti preferiti, ma soprattutto ad un grande uomo che  non ha scritto semplicemente canzoni, ma ha lasciato nei i suoi testi vere e proprie perle di saggezza. Non può essere considerato “solamente” un grande  cantautore, prima di tutto, deve essere visto come un grande uomo, un immenso poeta e un lucido pensatore.Non si può parlare di Faber, soprannome affibiatogli dall’amico di infanzia Paolo Villaggio, senza parlare delle sue tematiche: guerra,amore,fede, ma soprattutto l’attenzione agli emarginati, ai ribelli e alle prostitute.

fabrizio de andrè

Sulla guerra

...lungo le sponde del mio torrente
voglio che scendano i lucci argentati
non più i cadaveri dei soldati
portati in braccio dalla corrente…

Difficile aggiungere anche solo una parola a questo verso di pura poesia. De Andrè è sempre stato un pacifista convinto e nella sua discografia troviamo molti riferimenti alla guerra. Sicuramente la canzone piu famosa a riguardo è “La Guerra di Piero”, ispirata direttamente dai racconti di guerra dello Zio Francesco.

Toccanti e strazianti sono le parole della canzone  Sidun:« Sidone è la città libanese che ci ha regalato oltre all’uso delle lettere dell’alfabeto anche l’invenzione del vetro. Me la sono immaginata, dopo l’attacco subito dalle truppe del generale Sharon del 1982, come un uomo arabo di mezz’età, sporco, disperato, sicuramente povero, che tiene in braccio il proprio figlio macinato dai cingoli di un carro armato. Un grumo di sangue, orecchie e denti di latte, ancora poco prima labbra grosse al sole, tumore dolce e benigno di sua madre, forse sua unica e insostenibile ricchezza. La piccola morte, a cui accenno nel finale di questo canto, non va semplicisticamente confusa con la morte di un bambino piccolo. Bensì va metaforicamente intesa come la fine civile e culturale di un piccolo paese: il Libano, la Fenicia, che nella sua discrezione è stata forse la più grande nutrice della civiltà mediterranea.

Sullo stesso argomento è giusto ricordare anche “La Ballata dell’Eroe” e “Fiume Sand Creek”, canzone che ha per tema un reale massacro di pellerossa, avvenuto il 29 novembre 1864, quando alcune truppe della milizia del Colorado, comandate dal colonnello John Chivington, attaccarono un villaggio di Cheyenne e Arapaho, massacrando donne e bambini; l’episodio è raccontato attraverso il linguaggio innocente e forse un po’ surreale di un bambino testimone dell’avvenimento.

Sulla Amore

Faber nei suoi testi ha celebrato ogni tipo di Amore: dall’amore mercenario,all’amore eterno, passando per l’Amore finito o che sta finendo , non tralasciando quello non corrisposto.

…e l’amore ha l’amore come solo argomento
e il tumulto del cielo ha sbagliato momento….

Sulla Religione

« Quando scrissi la Buona Novella era il 1969. Si era quindi, in piena lotta studentesca e le persone meno attente consideravano quel disco come anacronistico […] E non avevano capito che la Buona Novella voleva essere un’allegoria: un paragone fra le istanze della rivolta del ’68 e le istanze, spiritualmente più elevate ma simili da un punto di vista etico-sociale, innalzate da un signore, ben millenovecentosessantanove anni prima, contro gli abusi del potere, contro i soprusi della autorità, in nome di un egualitarismo e di una fratellanza universale. Quel signore si chiamava Gesù di Nazareth. E secondo me è stato, ed è rimasto, il più grande rivoluzionario di tutti i tempi. Quando ho scritto l’album non ho voluto inoltrarmi in strade per me difficilmente percorribili, come la metafisica o addirittura la teologia. Poi ho pensato che se Dio non esistesse bisognerebbe inventarselo, il che è esattamente quello che ha fatto l’uomo da quando ha messo piede sulla terra »

Gesù visto come un rivoluzionario: è questo il grande provocatorio messaggio che lancia, nel pieno della contestazione del 1969,De Andrè nell’Album “La buona Novella”. Il suo rapporto con la religione e le istituzioni religiose  è sempre  molto sarcastico e volutamente  provocatorio, tant’è, per esempio, che le sorelle del suo primo asilo in seguito verranno definite da lui stesso “porcelle”.  Sicuramente il capolavoro per quanto riguarda questa tematica è il brano: “Il Testamento di Tito”. Altro brano che tratta queste tematiche è sicuramente La Ballata del Michè.

Impegno politico

Dè Andrè è un anarchico e narra nei suoi album le storie degli “ultimi” e degli uomini comuni che possono anche venire in contrasto con la tradizione, sia essa religiosa, politica e/o sociale. Il pensiero politico si evince soprattutto dall’Album “Storia di un impiegato”, che vuole essere la narrazione  di una rivoluzione, prima, sperata e provata e, poi, fallita e incredibilmente riuscita, seppur ” in mezzo agli altri vestiti uguali”,ne “La mia ora di Libertà”. Colui che si ribella è un semplice impiegato, italiano  medio della società borghese degli anni ’70.

I testi simbolo di questo percorso sono sicuramente la Canzone del MaggioNella Mia ora di Libertà.

Sono passati 11 anni, ma ci manchi caro Faber e non mi vergogno di dire che uno dei grandi rimorsi che mi porterò per sempre, sarà quello di non aver mai assistito dal vivo ad un concerto di Fabrizio De Andrè.

De Andrè non è mai stato di moda. E, infatti, la moda, effimera per definizione, passa.Le canzoni di Fabrizio restano.” Nicola Piovani

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Notizie su Umberto Zimarri

Umberto Zimarri
..Io, giullare da niente, ma indignato, anch'io qui canto con parola sfinita, con un ruggito che diventa belato, ma a te dedico queste parole da poco che sottendono solo un vizio antico sperando però che tu non le prenda come un gioco, tu, ipocrita uditore, mio simile... mio amico...

3 Commenti

  1. loscemodelvillaggio
    loscemodelvillaggio

    Bell’articolo,complimenti.
    De Andrè è un vanto per noi italiani.In lui ritroviamo la storia ma anche l’attualità,di conseguenza,il futuro.Nessuno come lui sa -e credo saprà mai- raccontare la società in cui viviamo attraverso musiche,parole e ironia dissacrante come ha fotto lui.Anzi,un altro tanto capace ci sarebbe,ma il rock è un’altra cosa.Con solo una chitarra e poco altro è molto più difficile arrivare alla gente.
    Per questo rimarrà sempre Unico.

  2. Luca Petrucci

    fantastico articolo! fantastico artista! un vero poeta..

  3. claudio tedeschi

    Un buio che sfotte le ore
    e scoppia come una mezzanotte drogata
    in mezzo alle bestie rifiutate dalle mandrie di ogni quartiere
    nei roghi e nelle fiamme di quell’inferno canonico e riconosciuto
    osannato dalle genuflessioni dei mafiosi e dei curiosi

    mi sono sverginato,finalmente

    un buio che si muove e si nasconde nei simboli
    trascinandosi nell’orrore quotidiano delle strette di mano
    dei sorrisi intrisi di lacrime
    subliminale solo per i fans di maria
    quella non vergine
    la rincoglionitrice delle masse troppo grasse
    e poi le solitarie evasioni
    le confusioni
    e le derisioni
    dei tutti colpevoli senza colpe

    nessuno ha colpa
    nessuno ammette
    ma aspira e cospira
    un ventaglio di manette
    tutto è giusto
    tutto è a posto
    e
    il mondo è finito
    per colpa mia…
    solo per colpa mia

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