“Cultura, non è possedere un magazzino ben fornito di notizie, ma è la capacità che la nostra mente ha di comprendere la vita, il posto che vi teniamo, i nostri rapporti con gli altri uomini. Ha cultura chi ha coscienza di sé e del tutto, chi sente la relazione con tutti gli altri esseri…”
In una provincia di Frosinone in cui vengono sempre di più a mancare spazi aggregativi, beni comuni, luoghi di scambio e creazione culturale o semplicimenti spazi d’incontro per associazioni e cittadini, la notizia della nascita di un progetto come la Casa della Cultura a Cassino merita assolutamente la più ampia condivisione.
Il Centro dei Diritti e Solidarietà, il presidio di Libera, l’A.N.P.I. e Azione Parkinson Ciociaria sabato 6 febbraio, alle ore 16:00, presso il Parco Baden Powell, “Casa della Cultura”. Sabato 6 febbraio, alle ore 16.00, al Parco Baden Powell (ex campo boario) di Cassino, inaugureranno la struttura « alla presenza delle associazioni che si apprestano ad “abitare” la Casa.
Come comunicato dagli organizzatori, dalle ore 13.00 circa sarà possibile incontrare i ragazzi del presidio di Libera del Cassinate. Non mancheranno le attività fin dalla giornata inziale: non soltanto la presentazione dei progetti che le associazioni stanno portando avanti sul territorio, ma anche la lettura di brani appositamente selezionati per l’evento e un “angolo interviste”, in cui gli ospiti potranno aiutare il presidio ad arricchirsi e migliorarsi con consigli e suggerimenti. Spazio anche all’arte: la “Casa della Cultura” ospiterà giovani artisti emergenti del territorio che si cimenteranno nella realizzazione estemporanea di murales e altre creazioni artistiche.
Tutte le informazioni sulle associazioni coinvolte, i progetti e gli obiettivi della casa della Cultura sono leggibili nel volantino allegato in seguito.
Giovanni Morsillo, Presidente Provinciale dell’Anpi, sulla creazione e l’importanza dell’evento si è così espresso:
Da anni, sotto la spinta delle idee e del lavoro di Vincenzo Capaldi, cerchiamo di dar vita ad un luogo plurale dove far contaminare esperienze e culture diverse. Ci abbiamo porvato diverse volte, ma purtroppo ogni volta i soggetti che aderivano si disperdevano con grande facilità, o perché nati su progetti non riusciti, o perché interessati a questioni dirette e monotematiche (la guerra dell’Iraq, l’Art. 18, referendum e simili) che una volta superate in bene o in male spegnevano gli interessi, o infine per i soliti giochini di piccoli azzeccagarbugli della politica o del cosiddetto associazionismo.
Con la ristrutturazione del Campo Boario (oggi si chiama Parco Baden-Powell) abbiamo cercato di rimettere un po’ di ordine nelle cose, e visto che le strutture predisposte dal Comune sono lontane dal soddisfare tutte le richieste di sedi associative, pur rimanendo la titolarità della sede in capo a CDS, abbiamo colto l’esigenza e proposto ad altre realtà di varia associazione di condividere la sede.
Non si tratta evidentemente di uno scopo meramente economico, ma di mettere a frutto esperienze varie e anche non affini, per dimostrare che la cittadinanza si può coniugare in modi diversi, senza per questo generare conflitti, ma anzi come antidoto efficace alle incomprensioni ed all’isolamento culturale e fisico.
Abbiamo pensato, come ANPI, che la lotta di Libera è un aspetto di lotta di resistenza eclatante e noto, ma realtà come Azione Parkinson sono a pieno titolo esperienze di impegno diretto e resistente contro fobie ed omologazioni di ogni tipo. Abbiamo pensato che fra noi e Centro dei Diritti, a Cassino, esiste una solidissima e continua collaborazione anche nella riflessione sui valori e sulla loro persistenza, e che questa forza nostra non è diminuita, ma accresciuta dall’apertura a nuove esperienze, alla conoscenza di aspetti della vita sociale che spesso sfuggono o si considerano parziali – se non marginali – o da trattare in ambiti precisi e stabiliti per preconcetto. Così la disabilità, la malattia, sono materia per specialisti della sanità, e se questi sono carenti o mal organizzati, è un problema circoscritto alle responsabilità degli operatori e dei dirigenti del mondo sanitario. E invece noi vogliamo mettere in relazione sofferenze, esperienze e successi di chi, a diverso titolo e con i più vari interessi, si occupa dei problemi delle persone (che siano diritti, aspirazioni culturali o situazioni di disagio) per semplice quanto determinata coscienza civile.
Intorno alla Casa della Cultura si stanno già formando relazioni più ampie, con circoli culturali che si occupano di cinema, di teatro, di lettura, di studi diversi e di interessi anche molto specifici, come l’assistenza alle associazioni ed altro. Non chiediamo a nessuno di aderire ad una consorteria, ma di mettere a disposizione le proprie esperienze e approfittare di quelle altrui, in un sistema non di scambio, ma di collettivo lavoro di crescita. Per noi e per il territorio, con l’auspicio che possa servire anche come modello operativo in grado di indicare una via nuova utile ad affrontare i temi della società finalmente con spirito unitario e sinergico, superando ogni forma di individualismo, di settarismo, di visione ristretta e comprendendo che la società può tornare a crescere se riprende coscienza di sé stessa, delle sue forze, delle sfide reali che ha di fronte.
L’ANPI in questo pensa di poter dare una mano sensibile, per la sua storia e per il suo presente, per i suoi valori e per la sua disciplina.
Dipenderà dai cittadini considerare questo come una opportunità, un luogo di impegno collettivo dove ciascuno può vedere riconosciute le proprie peculiarità ed i propri punti di vista senza pregiudizi, senza gerarchie e senza competizioni, a patto solo di riconoscere quelle altrui nello stesso spirito.
Un enorme in bocca al lupo con la consapevolezza e con la certezza che da domani il nostro territorio sarà certamente più ricco e migliore grazie alla loro iniziativa.
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