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Tiziano Terzani – Gli aforismi e i pensieri più belli

Tiziano Terzani è un giornalista, un pensatore, uno scrittore.  E’ tutto questo ma forse anche di più: è un amante e un osservatore della Asia, è un filosofo che ci aiuta a riflettere sul mondo. A dieci anni dalla sua scomparsa,  è giusto ricordarlo con gli aforismi e i pensieri più belli.

Tiziano-TerzaniConsiglio a tutti, il suo ultimo libro, Un Idea di Destino: Diari di una vita Straordinaria. Anno dopo anno, appunto dopo appunto, si scopre la dimensione interiore di uno scrittore indispensabile.  Attraverso queste pagine che narrano la sua vicenda personale, è possibile leggere la storia del continente asiatico, amato fino al midollo da Terzani.  L’espulsione dalla Cina, l’amarezza causata dal fallimento delle “rivoluzione rosse”, la delusione nei confronti della trasformazione occidentale del Giappone, il periodo di residenza nell’emergente sud est asiatico, vengono raccontati con un linguaggio semplice, non banale, efficace e profondo che non può lasciare indifferenti.  Leggendo i diari è impossibile non notare l’amore viscerale verso l’avventura e il viaggio, la ricerca di una spiritualità in perenne contrapposizione all’esteriorità e alla velocità del mondo, l’assoluta fermezza nel combattere l’ideologia della guerra preventiva al terrorismo. Particolarmente toccanti sono le righe che riguardano la battaglia interna contro la della depressione, la lotta con il cancro che ha causato la sua morte, l’amore profondo verso sua moglie e la sua famiglia. Frammenti di una vita straordinaria che può insegnarci  davvero tanto, ma soprattutto può  aiutarci a rispondere alla domanda fondamentale della nostra esistenza: Cosa fa della vita che abbiamo un’avventura felice?

Tiziano Terzani – Gli Aforismi e Pensieri più belli

Questo è un concetto che la cultura occidentale ha dimenticato: tutto è uno! L’idea della dicotomia è profondamente sbagliata e niente meglio di un grande simbolo cinese, la ruota dello yin e dello yang, rappresenta la vita: l’universo è l’armonia degli opposti, perché non c’è acqua senza fuoco, non c’è femminile senza maschile, non c’è notte senza giorno, non c’è sole senza luna… non c’è bene senza male! E questo simbolo è perfetto perché il bianco e il nero si abbracciano e all’interno del nero c’è un punto del bianco e all’interno del bianco c’è un punto del nero.
Pensa ad una faccenda sulla quale non riflettiamo mai, noi che perseguiamo il piacere in ogni modo: non c’è piacere senza sofferenza e non c’è sofferenza senza piacere. Solo quando capisci questo godi del piacere e accetti la sofferenza! Noi non accettiamo che la nostra vita abbia in sé la sofferenza. Non l’accettiamo, non ci piace! E allora pasticche contro questo, iniezioni contro quell’altro, droga, gioie effimere… per nascondere la verità che è accanto al piacere: la sofferenza. […] La cura è un’altra. Non è la cura, è la guarigione che cerco, e la guarigione è la ricostituzione dell’equilibrio.

Da Anam – Il Senzanome

Ogni posto è una miniera. Basta lasciarcisi andare. Darsi tempo, stare seduti in una casa da tè a osservare la gente che passa, mettersi in un angolo del mercato, andare a farsi i capelli e poi seguire il bandolo di una matassa che può cominciare con una parola, con un incontro, con l’amico di un amico di una persona che si è appena incontrata e il posto più scialbo, più insignificante della terra diventa uno specchio del mondo, una finestra sulla vita, un teatro d’umanità dinanzi al quale ci si potrebbe fermare senza più il bisogno di andare altrove. La miniera è esattamente là dove si è: basta scavare.

Da “Un indovino mi disse”

Perché non esistono scorciatoie a nulla: non certo alla salute, non alla felicità o alla saggezza. Niente di tutto questo può essere istantaneo. Ognuno deve cercare a modo suo, ognuno deve fare il proprio cammino, perché uno stesso posto può significare cose diverse a seconda di chi lo visita.

Da Un Altro giro di giostra. Viaggio nel male e nel bene del nostro tempo

Quando sei a un bivio e trovi una strada che va in su e una che va in giù, piglia quella che va in su. È più facile andare in discesa, ma alla fine ti trovi in un buco. A salire c’è speranza. È difficile, è un altro modo di vedere le cose, è una sfida, ti tiene all’erta.

— Tiziano Terzani

In India si dice che l’ora più bella è quella dell’alba, quando la notte aleggia ancora nell’aria e il giorno non è ancora pieno, quando la distinzione fra tenebra e luce non è ancora netta e per qualche momento l’uomo, se vuole, se sa fare attenzione, può intuire che tutto ciò che nella vita gli appare in contrasto, il buio e la luce, il falso e il vero non sono che due aspetti della stessa cosa. Sono diversi, ma non facilmente separabili, sono distinti, ma non sono due. Come un uomo e una donna, che sono sì meravigliosamente differenti, ma che nell’amore diventano Uno.

— Un altro giro di giostra. Viaggio nel male e nel bene del nostro tempo.

Quanti massacri, quanti terremoti avvengono nel mondo, quante navi affondano, quanti vulcani esplodono e quanta, quanta gente viene perseguitata, torturata e uccisa! Eppure, se non c’è qualcuno che raccoglie una testimonianza, che ne scrive, qualcuno che fa una foto, che ne lascia traccia in un libro, è come se quei fatti non fossero mai avvenuti! Sofferenze senza conseguenza, senza storia. Perché la storia esiste solo se qualcuno la racconta.

Tiziano Terzani

Per un vero fotografo una storia non è un indirizzo a cui recarsi con delle macchine sofisticate e i filtri giusti. Una storia vuol dire leggere, studiare, prepararsi. Fotografare vuol dire cercare nelle cose quel che uno ha capito con la testa. La grande foto è l’immagine di un’idea.

Dalla copertina di Un mondo che non esiste più, Longanesi, 2010

Oggi l’economia è fatta, per costringere tanta gente, a lavorare a ritmi spaventosi per produrre delle cose per lo più inutili, che altri lavorano a ritmi spaventosi, per poter comprare, perché questo è ciò che da soldi alle società multinazionali, alle grandi aziende, ma non dà felicità alla gente.

Da Anam – Il senzanome

 

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Umberto Zimarri
..Io, giullare da niente, ma indignato, anch'io qui canto con parola sfinita, con un ruggito che diventa belato, ma a te dedico queste parole da poco che sottendono solo un vizio antico sperando però che tu non le prenda come un gioco, tu, ipocrita uditore, mio simile... mio amico...

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