Il velo d’ipocrisia e omertà che regnava incontrastato sul sistema dei rifiuti regionale, è stato finalmente squarciato dall’inchiesta Maschera. La portata di tale indagine purtroppo non ci sorprende: da sempre le associazioni facenti parte il Coordinamento Emergenza Rifiuti del Lazio Meridionale hanno denunciato questa incresciosa e preoccupante situazione ambientale. Avevamo ragione noi.
Ci preme prima di tutto ringraziare il prezioso lavoro d’indagine delle forze dell’ordine che come sempre hanno anticipato la politica. Non dimentichiamo, inoltre, l’impegno costante della cittadinanza, dei comitati ambientalisti e di tutte le personalità che a vario titolo, senza scopi arrivistici si sono battuti, rischiando anche querele, a viso aperto e senza alcuna remora contro la casta dei rifiuti.
Cosa chiediamo adesso? Il tempo delle attese e dei rimpalli deve terminare, il Presidente della Provincia, Pompeo, deve finalmente dichiarare le sue intenzioni sull’eventuale nuovo sito di Discarica della Provincia di Frosinone, fermo restando che la discarica di Cerreto deve essere chiusa al più presto possibile, così come tempestivamente dovrebbe partire l’iter per la completa bonifica dell’area.
Aspettiamo, inoltre, che l’ente regionale si pronunci sulla AIA della MAD. Ci sembra del tutto evidente che dopo i fatti accertati dalle indagini che hanno portato al sequestro degli impianti e al commissariamento, la Regione revochi al più presto l’autorizzazione integrata all’impianto roccaseccano. Attendiamo, inoltre, momenti di confronto tra Regione- Sindaci e Associazioni per discutere il nuovo piano regionale dei rifiuti: deve essere chiaro a tutti che questa provincia non può e non deve più essere la pattumiera di Roma.
L’assordante silenzio politico, spezzato da pochissime voci, sulle vicende riguardanti la SAF, invece, ci sembra già una manifesta ammissione di colpa di sindaci e partiti. Come si può pensare di sbandierare ai quattro venti, il famoso utile da 4 milioni di euro, quando era palese ed evidente il malfunzionamento dell’impianto? Anche in futuro la SAF sarà vista come una mera merce di scambio sul risiko della politica frusinate? Ci dispiace ma noi a questo gioco non ci stiamo. La riconversione ecologica dell’impianto non è uno slogan, ma una necessità urgente. Già che ci siamo sarebbe interessante capire anche a quanto ammontano i debiti dei comuni nei confronti dell’impianto, non vorremmo che si palesassero evidenti conflitti d’interesse quando si tornerà a scegliere il nuovo Presidente della Saf, perché ovviamente ci sembrano doverose le dimissione di Mauro Vicano, indagato nell’inchiesta.
La strada per raggiungere la difesa del territorio è ancora molto lunga, due giorni fa è stato riempito il primo tassello, solamente grazie all’aiuto di tutte le forze sane della società possiamo completare il percorso e vincere questa battaglia.
Coordinamento Emergenza Rifiuti Basso Lazio