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La tecnologia blockchain cambierà davvero il mondo?(parte 1)

<<Non puoi fermare cose come Bitcoin, sarà ovunque e il mondo dovrà riadattarsi. I governi del mondo dovranno riadattarsi>>.
John McAfee, fondatore di McAfee

<<Sappiate che la gente era scettica anche quando la carta moneta ha spodestato l’oro>>.
Lloyd Blankfein, CEO di Goldman Sachs fino al 2018

La tecnologia Blockchain

L’interesse riscosso dalla blockchain negli ultimi anni è aumentato a ritmi vertiginosi, se non ne avete mai sentito parlare allora siete nel posto giusto per iniziare a conoscere questa tecnologia. Tuttavia, a qualcuno di voi potrebbe risultare familiare il termine Bitcoin, e il fatto che, nel dicembre 2017, la criptovaluta più famosa del mondo raggiunse un valore record di oltre 17.000 dollari. Ma, in realtà, già da qualche tempo prima i media cominciarono a dedicargli un’importante attenzione, per via del loro valore estremamente volatile, del loro fondatore enigmatico celato da pseudonimo (Satoshi Nakamoto) e, soprattutto, della loro tecnologia sottostante: la blockchain.

La promessa di un mondo senza intermediari

Secondo un report del World Economic Forum la blockchain potrebbe dar vita, entro dieci anni, ad un mercato di mille miliardi di dollari e l’adozione da parte dei principali governi mondiali sarà inevitabile nel prossimo futuro. Difatti, anche l’Italia, recentemente, ha messo a punto un team di esperti per studiarne le potenzialità (il primo progetto pilota è stato presentato circa un mese fa). Ad ogni modo, per capire come funziona questa tecnologia che potrebbe condizionare l’economia mondiale e cambiare le nostre vite, dobbiamo fare un piccolo passo indietro, più precisamente nel 2008, anno di nascita del Bitcoin.

Quando Satoshi Nakamoto lanciò il Bitcoin non introdusse solamente un nuovo protocollo di pagamento peer-to-peer, ma offrì la possibilità per due parti di trasferire denaro in modo diretto e in completa sicurezza senza il bisogno di una terza parte fidata. Questa caratteristica alla base del funzionamento del Bitcoin è rappresentata, appunto, dalla tecnologia blockchain, che lavora senza la necessità di intermediari o autorità centrali, sostituiti di fatto da sofisticati meccanismi di consenso, garantendo (teoricamente) sicurezza, trasparenza e non modificabilità delle transazioni.  

Le potenzialità delle caratteristiche della blockchain estendono così il suo raggio d’azione ben oltre il Bitcoin e le criptovalute, dal momento che può essere applicata a tutto ciò che necessita che una relazione o uno scambio siano garantiti, eliminando completamente gli intermediari in tali relazioni o scambi e, automatizzando il tutto, rende i processi più efficienti e trasparenti. Ecco allora, il potenziale rivoluzionario della blockchain: la promessa di un mondo senza intermediari, sicuro e trasparente.

Cos’è la blockchain?

La blockchain può essere descritta, innanzitutto, come un database distribuito strutturato in “blocchi”. In altre parole, i dati non sono memorizzati su un unico server centrale ma, al contrario, su ogni computer/utente connesso alla rete (chiamato nodo) che possiede un registro distribuito (distributed ledger) pubblico. Dunque, ogni nodo della rete possiede una copia del registro distribuito che viene continuamente sincronizzato con gli altri nodi per poter validare e verificare le transazioni. Ma la blockchain è qualcosa di più sofisticato di un semplice database distribuito, è un sistema in continua crescita di “blocchi”, una vera e propria “catena di blocchi” (blockchain appunto). Più precisamente, ogni singolo blocco memorizza e contiene più transazioni, ed è concatenato a quello seguente e precedente con delle chiavi crittografiche non modificabili (crittografia asimmetrica), che identificano il blocco nella catena e proteggono il suo contenuto. La crittografia asimmetrica (o a “doppia chiave”) permette, inoltre, agli utenti di essere identificati solo tramite pseudonimi e di effettuare le transazioni in completa sicurezza. Difatti ogni utente dispone di una chiave privata (dunque segreta, da conservare privatamente) che consente loro di effettuare le transazioni, ed una chiave pubblica (da comunicare quando si effettua una transazione), associata alla chiave privata. In tal modo ciò che viene cifrato con la chiave pubblica può essere decifrato esclusivamente con la chiave privata corrispondente.

In altre parole, la blockchain è formata da un registro distribuito, da un insieme in continua crescita di “blocchi” e dalla crittografia asimmetrica. Queste caratteristiche la rendono: sicura, poiché ogni qual volta che una transazione viene inserita nel blocco e viene confermata con la chiave crittografica l’operazione diviene irreversibile; non modificabile, poiché una transazione, dopo che viene validata, può essere modificata solamente tramite l’approvazione di un gran numero di nodi (poco plausibile da un punto di vista probabilistico); trasparente, poiché il registro distribuito della blockchain, essendo pubblico, garantisce che il sistema sia aperto e visibile in ogni momento a tutti i partecipanti della rete.

Probabilmente vi starete interrogando sull’affidabilità di un sistema blockchain e di come le transazioni vengono validate. La risposta risiede nell’innovativo meccanismo di consenso. Difatti l’aspetto che rende la blockchain così innovativa riguarda la completa eliminazione di autorità centrali di fiducia, risolvendo in tal modo un problema fondamentale che è quello della decentralizzazione del consenso. In particolare, quando avviene una transazione sulla blockchain, deve prima di tutto essere validata dai nodi della rete prima di essere inclusa nella catena. Per fare ciò, un numero di nodi speratati, connessi alla rete, elaborano un sofisticato algoritmo di calcolo (algoritmo di consenso) che confermi il risultato dell’altro, cosicché da validare la transazione. Tale meccanismo, dunque, permette di stabilire, in un sistema distribuito di nodi essenzialmente uguali*, un consenso nella rete, mantenendo sincronizzate le transazioni e i registri distribuiti, contribuendo alla creazione di nuovi blocchi e, soprattutto, garantendo l’integrità e la sicurezza della rete.

Alcune applicazioni della blockchain

Se la tecnologia blockchain permette di superare gli intermediari, eliminandoli completamente, e, al contempo, garantisce trasparenza, sicurezza e non modificabilità, allora, come abbiamo già accennato, le applicazioni si estendono ben oltre l’universo delle criptovalute. Difatti, da qualche anno si è scatenata una vera e propria goldrush della blockchain, dalle grandi banche alle piccole startup. Vediamo velocemente alcuni casi d’uso. La bockchain può, ad esempio, reinventare l’intero settore bancario, garantendo alle istituzioni finanziarie maggiore efficienza, dai sistemi di pagamento al trasferimento di fondi, fino alle transazioni per scambi esteri senza la necessità di un intermediario. Nel settore alimentare può migliorare drasticamente l’attuale catena di approvvigionamento, causata da inefficienze e problemi che arrecano danni all’intera industria, permettendo di individuare le frodi (come ad esempio l’uso illecito del marchio

Alcuni casi d’uso della blockchain (fonte: https://medium.com/fluree/blockchain-for-2018-and-beyond-a-growing-list-of-blockchain-use-cases-37db7c19fb99)

“Made in Italy”), le malattie di origini alimentare e contribuire a una netta riduzione degli sprechi. Per quanto riguarda l’assistenza sanitaria ha l’enorme potenzialità di valorizzare i dati sanitari personali, consentendo la condivisione delle informazioni sanitarie in completa sicurezza per supportare ricerche globali, offrire agli utenti diagnosi più accurate e ridurre gli errori medici.

Ma le applicazioni della blockchain non si limitano solamente ai casi appena citati, riguardanti l’assistenza sanitaria, il settore bancario e quello alimentare. Ancora, può essere implementata dalle piattaforme di servizi musicali per individuare acquisti illegali e l’utilizzo di streaming non autorizzati; il settore immobiliare può sfruttarla per quanto riguarda la trasparenza degli accordi e la verifica delle informazioni di una determinata proprietà; le forze dell’ordine potrebbero sviluppare sistemi basati sulla blockchain di supporto nelle indagini per garantire l’integrità e la non modificabilità di prove; le organizzazioni non governative possono implementarla in attività benefiche, in tal modo da garantire un’attività più sicura e trasparente, monitorando e controllando la destinazione di ogni centesimo di donazione, ed eliminando le inefficienze riguardanti la gestione dei fondi; l’automotive può introdurre innovazioni basate sulla blockcahin per quanto riguarda il leasing e la compravendita di automobili, oppure può essere utilizzata per registrare i passaggi di proprietà dei veicoli; i governi mondiali possono utilizzarla per gestire le elezioni o i referendum, permettendo dunque l’impossibilità di truccare i dati elettorali o la perdita di voti, oppure può essere impiegata nella PA per creare una rete fra enti che permetta di propagare i dati in maniera sicura ed automatica, seguendo delle regole condivise da tutti, semplificando drasticamente i processi; gli istituti scolastici potranno servirsi della blockchain per autenticare i titoli e i certificati accademici, e così via. Questi solo alcuni esempi di casi in cui la blockchain può essere implementata, ma abbastanza per capire la portata dirompente di questa tecnologia.

Extra

In questa prima parte abbiamo descritto il funzionamento della blockchain e alcuni potenziali casi d’uso. Nella seconda parte vedremo, invece, perché la blockcahain potrebbe non essere la soluzione a tutti i problemi del mondo. Ad ogni modo per chi vuole approfondire l’argomento può visitare i seguenti link:

*In blockchain private e permissioned viene introdott il concetto di centralizzazione e governance. Ad ogni modo questo particolare aspetto e le diverse architetture blockchain le tratteremo nella seconda parte.

(Immagine in anteprima via Stanford School of Engineering)

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