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Baudelaire, l’artista maledetto!

Siamo a parigi, è il 1821 e da una rinomata famiglia borghese nasce Charles Baudelaire. Purtroppo in quel periodo, vittima di un sistema fortemente classista, il giovane fu indirizzato verso una ferrea educazione, ma Baudelaire non era come gli altri, era “particolare”. Fin da subito mostrò i primi segni di sregolatezza tanto che la sua famiglia fu costretta a mandarlo via da Parigi e ad indirizzarlo verso l’India. La speranza era che il viaggio lo cambiasse e lo rimettesse sulla “retta via”. Rimase in quel luogo per un anno, ma il richiamo del suo Paese era troppo forte, decise quindi di tornare. L’impatto con la civiltà orientale ebbe effetti del tutto diversi da quelli sperati. Baudelaire cominciò a fare uso di droghe e alcol, le quali sommate alla sifilide, malattia che aveva contratto per i rapporti sessuali continui e tutt’altro che sicuri, lo portarono a vivere in modo stentato  e a combattere continuamente con condizioni precarie di salute. Visse la maggior parte della sua breve vita in condizioni di forte povertà in quanto la famiglia, visto lo sperpero dell’eredità lasciatagli dal padre, gli mandava solo un magrissimo assegno. Provava di tanto in tanto a vendere le sue opere in modo da arrotondare ed avere qualche spicciolo per soddisfare i suoi infiniti vizi. Le condizioni del maledetto, ma fantastico artista, peggiorarono continuamente fino a paralizzarlo completamente. Morì il 31 Agosto del 1869 a Parigi.

Scrisse tanto Charles Baudelaire, era: poeta,scrittore, traduttore francese e critico letterario. Maggiore esponente del simbolismo, spesso anche considerato un precursore del decadentismo. Il suo capolavoro è “I FIORI DEL MALE”, in questa fantastica opera Baudelaire riassume in modo egregio il suo pensiero: esistono bene e male, entrambi hanno qualcosa di bello. Sfortunatamente il male è più attraente, e lui ne è sempre stato attratto, più degli altri, tanto da non essere riuscito a resistere, ed essere caduto sempre nel mondo dei vizi e della vita “scapestrata”. Il libro arriva dopo continue prove di libertà ad una conclusione deprimente: la morte, unico modo per evadere definitivamente e cominciare un viaggio sconosciuto.

Importante non dimenticare che le idee di Baudelaire erano fortemente influenzate dallo stile di vita Bohémien, poeti che vivevano nel degrado e non rispettavano alcuna regola. Amavano sfidare la società dell’epoca facendo tutto ciò che di morale aveva ben poco.

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