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Aprire un conto all’estero, un sistema legale per alleggerire la pressione fiscale

Perché aprire un conto corrente all’estero
I motivi per aprire un conto corrente all’estero sono diversi, ma su tutti c’è la volontà di proteggere il proprio capitale dalle oscillazioni dei mercati finanziari e da un temuto peggioramento economico della stessa Italia e dell’euro.
Non si tratta di allarmismo ma di scenari prevedibili, che hanno già spaventato in occasione del caso “Grexit” con il prelievo forzoso dai conti correnti dei clienti (per altro già avvenuto a Cipro) e anche per l’introduzione del “bail in”.
Il “bail in” è entrato in vigore dal 1° gennaio del 2016 e ha fatto tremare i mercati tutto il mondo con pratiche speculative che hanno messo in allarme risparmiatori e investitori.
Il bail in consiste nel rendere “partecipi” i clienti della banca nel caso questa fosse a rischio fallimento, prima che intervengano eventuali finanziamenti da parte dello Stato. Il “prelievo” colpirebbe i clienti con conti superiori a 100 mila euro.
Per questo la soluzione a questi problemi potrebbe essere quella di aprire un conto corrente all’estero in paesi sicuri. Aprire un conto all’estero è infatti del tutto legale se si dimostra la lecita provenienza del denaro, e molti lo fanno proprio per liberarsi della pressione fiscale sui capitali che vige nel nostro paese.
La legge n° 186/2014 regola la segnalazione allo stato di un conto corrente estero per il monitoraggio ai fini fiscali che deve essere riportato nel quadro RW.
Prima di effettuare questo passo è comunque buona norma documentarvi a dovere per capire se questa manovra fa al caso vostro oppure no. Se volete sapere cosa fare per aprire un conto all’estero il portale aprireunconto.it è un ottimo punto di partenza, infatti su questo siti troverete numerose guide e preventivi che vi permetteranno di capire i costi, i vantaggi, e gli svantaggi di questa operazione.

I paesi esteri dove aprire un conto corrente
Ci sono paesi esteri dove è più conveniente aprire un conto corrente, sia perché la pressione fiscale è minore e sia perché in alcuni casi si può ancora contare sul segreto bancario.
Anche se quest’ultimo è decaduto in Svizzera, la confederazione elvetica rimane uno dei paesi più sicuri e anche vicini all’Italia dove trasferire i propri risparmi.
Sono molti gli italiani che hanno deciso di aprire un conto presso la PostFinance, la banca svizzera che per struttura è molto somigliante alle nostre Poste italiane ma che si distingue per l’applicazione delle commissioni sui capitali esteri introdotta poco più di anno fa.

I paesi alternativi alla Svizzera
Oltre alla Svizzera ci sono anche altri paesi che hanno una legislazione fiscale favorevole ai correntisti stranieri. San Marino, Montecarlo ma anche Andorra sono tra i “paradisi fiscali” alternativi e in quest’ultima vige ancora il segreto bancario.
Il Dift a Dubai è un porto franco dove i trattamenti fiscali vanno a favore delle società locali che hanno più di 50 dipendenti. Anche Gibilterra con doppia circolazione di moneta (euro/sterlina) e la sua extraterritorialità rimane uno dei luoghi dove tenere al sicuro il capitale e senza grandi incombenze fiscali, perché non esiste l’IVA e neppure le imposte sulle attività locali e straniere, a patto che impieghino personale locale.
Gode di un’ottima fama in tal senso anche il Liechtenstein e, per le mete che “non ti aspetti”, c’è anche quella dei paesi caucasici che hanno una schermatura fiscale impenetrabile e sono tra quelli tenuti d’occhio perché considerati meta di capitali illeciti.

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