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Il partito palestra

C’è ancora spazio per un progetto politico chiaro, costruito con costanza nel tempo e non a ridosso di scadenze elettorali?  E’ ancora possibile riuscire a fare proposte concrete e logiche in tale ambito? Negli ultimi otto mesi mesi senza particolare clamore nell’opinione pubblica, Fabrizio Barca ha ideato un progetto che risponde positivamente ai quesiti posti in precedenza. Finalmente, qualcuno, ha deciso di rimettere al centro i contenuti utilizzando saggezza e logica, qualità troppo spesso dimenticate.

Fabrizio Barca nasce l’ 8 marzo 1954,  economista e Ministro per la Coesione territoriale durante il Governo Monti, si è  iscritto l’11 aprile 2013 alla sezione del Partito democratico di via dei Giubbonari a Roma. Il 26 ha iniziato un viaggio nei circoli del Pd, ascoltando la base e confrontandosi con i giovani.  Da questa “Traversata” sono nati l’omonimo libro e 15 proposizioni per un partito di sinistra. Successivamente, tramite un progetto finanziato in Crowfunding, ha pensato”Luoghi Ideali”: un progetto rivolto ai circoli e alle articolazioni territoriali del Pd dove più promettente appare la volontà di cambiamento.

Particolare attenzione merita l’idea del partito palestra. La crisi dei partiti ha radici lontanissime, ma negli ultimi anni è ri-esplosa in tutta la sua forza ed ha portato al risultato delle elezioni dello scorso febbraio.  Cosa ha causato questa crisi?  Disaffezione, una classe politica con una coscienza civica/morale simile a quella di Jack lo Squartatore e un distacco incolmabile tra la base e i dirigenti. Una casa si regge sulle fondamenta ed é dunque logico  iniziare proprio da qui,  come si deve organizzare un partito oggi?

Partito PalestraServe allora un partito di sinistra saldamente radicato nel territorio che, richiamandosi con forza ad alcuni convincimenti generali, solleciti e dia esiti operativi e ragionevoli a questo conflitto. Serve un “partito palestra” che, essendo animato dalla partecipazione e dal volontariato, praticando volontariato e traendo da ciò la propria legittimazione e dagli iscritti e simpatizzanti una parte determinante del proprio finanziamento, sia capace di promuovere la ricerca continua e faticosa di soluzioni per l’uso efficace e giusto del pubblico denaro. Serve un partito che torni, come nei partiti di massa, a essere non solo strumento di selezione dei componenti degli organi costituzionali e di governo dello Stato, ma anche “sfidante dello Stato stesso” attraverso l’elaborazione e la rivendicazione di soluzioni per l’azione pubblica. Serve un partito che realizzi questi obiettivi sviluppando un tratto che nei partiti di massa tendeva a rimanere circoscritto alle “avanguardie”, ossia realizzando una diffusa “mobilitazione cognitiva”. Il partito di sinistra che serve al paese non è, dunque, il partito scuola di vita (e di lotta), il partito di massa dove si ascoltano bisogni e si insegna “la linea” per ottenere soddisfazione di quei bisogni e costruire il nuovo “avvenire” prefigurato dalla cultura di partenenza. Non è certo il partito di occupazione dello Stato, dove si vende e si compra di tutto: prebende, ruoli, pensioni, appalti, concessioni, ma anche regole, visioni, idee. Non è neppure il partito liquido, quello della crisi della politica, vetrina dove sono in mostra manichini e prodotti dell’“offerta politica”, nefasta influenza dell’economia sulla politica. È un partito palestra che offre lo spazio per la mobilitazione cognitiva, per confrontare molteplici e limitate conoscenze, imparare ognuno qualcosa, confrontare errori, cambiare posizione, costruire assieme soluzioni innovative per stare meglio e gli strumenti e le idee per farle vincere; e permettere così anche che dal confronto collettivo si profili e vada emergendo un avvenire più bello per i nostri pronipoti con tratti che oggi non possiamo anticipare.” Grazie a un partito organizzato in questo modo è possibile attuare un altro cardine del Barca pensiero: “lo sperimentalismo democratico” che supera sia la soluzione minimalista-liberista causa di questa crisi, sia l’idea molto comune ai giorni nostri che la folla disponga della conoscenza e della competenza per prendere le decisioni necessarie all’interesse comune.

Mettiamoci in testa che una democrazia compiuta senza partiti non può esistere  nè in Italia, nè ovunque, come in nessuna parte del mondo è  pensabile ed immaginabile vedere come rappresentanti del popolo mafiosi, truffatori, ladri, piduisti: il sistema dei partiti deve garantire un adeguata selezione della classe dirigente, uomini che servano le istituzioni con disciplina ed onore, che rispecchino le persone e il popolo italiano. Il problema non è l’ organizzazione partito in se, ma l’accezione italica di questo termine, questo è il punto fondamentale per costruire una nuova realtà.

I progetti di Barca sono  esempi  di buona politica che parte dal basso e dai territori, basati sul metodo e svolti senza cariche o campagne elettorali in corso.  Progetti da condividere e da far conoscere, perché le idee hanno comunque bisogno di due gambe per camminare.

Fonti: http://www.fabriziobarca.it/la-traversata-fabrizio-barca-libro-feltrinelli-editore/

ulteriori informazioni: http://www.fabriziobarca.it/la-traversata-fabrizio-barca-15-proposizioni-partito-sinistra/

 

 

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Umberto Zimarri
..Io, giullare da niente, ma indignato, anch'io qui canto con parola sfinita, con un ruggito che diventa belato, ma a te dedico queste parole da poco che sottendono solo un vizio antico sperando però che tu non le prenda come un gioco, tu, ipocrita uditore, mio simile... mio amico...

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