Bisogna che la Repubblica sia giusta e incorrotta, forte e umana: forte con tutti i colpevoli, umana con i deboli e i diseredati.
Sandro Pertini
Il 2 Giugno l’Italia festeggia la Festa della Repubblica. Molti, come troppo spesso accade, non riconoscono il significato ultimo e profondo di questa ricorrenza, preferiscono credere che la giornata odierna sia dedicata semplicemente ad altro. Gli avvenimenti che accadono nel nostro Paese negli ultimi anni stanno intensificando la loro frequenza: si vuole cambiare il senso ultimo della nostra Carta Costituzionale. Anche oggi con tempismo perfetto il vicepremier del Governo, Angelino Alfano, con le sue dichiarazioni è andato in questa direzione. La storia recente ci insegna che in nome di una effimera efficienza e di un presunto progresso si celano disegni che perseverano ben altri scopi: la tutela dei privilegi delle oligarchie e dei centri di potere a dispetto della difesa dei diritti dei più. Per molti compatrioti gli articoli che dovrebbero essere la base del nostro vivere sono dei perfetti sconosciuti, ovviamente questo non accade per caso: sapere e riflettere su determinati argomenti risulta troppo pericoloso per il potere costituito che mira alla sua conservazione e alla sua espansione.
Il fresco profumo di libertà che emana il nostro dettato costituzionale ha bisogno continuo dell’apporto di idee, di giovani, di “benzina” per accendere la combustione del cambiamento, ma soprattutto è necessaria la conoscnza per mantenere vivi i suoi principi fondamentali: il diritto al lavoro, l’ugualianza senza distinzioni di genere,razza, lingua, religioni, opinioni politiche, lo sviluppo della cultura, la tutela del paesaggio, il ripudio della guerra, la laicità dello stato. Quanto sarebbe bella l’Italia se veramente tutto questo sarebbe attuato. Le ricorrenze non possono essere retoriche, non devono esserlo perchè quello che accade oggi è inamissibile: la disoccupazione, la sistematica attuazione dei privilegi invece che dei diritti, il sentirsi superiori alla legge in base alla condizione sociale che si ricopre, le difficoltà sempre maggiori per l’istruzione e la salute pubblica.
Federico Caffe nel 1977 disse che l’incapacità di assicurare la dignità del lavoro ai giovani rappresenta, al di là di ogni richiamo alla Costituzione, la manifestazione evidente della disfunzione fatale di un sistema economico. Oggi la situazione si è drammaticamente avverata e nella gattopardesca Italia il tentativo di cambiare il sistema costistuzionale contiene l’obiettivo opposto: mantenere lo status quo, congelare il cambiamento richiesto dall’opinione pubblico e addirittura, restaurare l’ancien regime dove è possibile. Celebrare degnamente la Repubblica significa opporsi a tutto ciò. é necessario sapere che quelle pagine non sono cadute dall’alto, non sono state una concessione di qualche sovrano: pagina dopo pagina, lettera dopo lettera c’è la storia di 100.000 ragazzi che hanno donato la propria vita per donarci la giustizia e la libertà. C’è bisogno di urlare che i diritti e l’ideali scritti dai nostri padri costituenti sono più vivi che mai.