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La Top5 – #10 “Alfred Hitchcock”

Alfred Hitchcock
Alfred Joseph Hitchcock è stato uno dei registi e produttori più importanti della storia del cinema. La sua attività ha abbracciato 50 anni, iniziando dal cinema muto per arrivare agli anni settanta. La sua carriera si può dividere in due parti con l’arrivo a Hollywood come spartiacque ben preciso. Sono del secondo periodo i suoi maggiori successi, consacrandolo a tutti gli effetti come “maestro del brivido”. Il genere thriller affonda le sue basi su ciò che ha saputo plasmare con il proprio genio, con le classiche atmosfere cariche di tensione, di un’insostenibile attesa, di un pathos crescente. Molti gli espedienti usati con i canoni della suspanse, del mistero e dell’azione sempre in primo piano in modo da caricare il tutto sullo spettatore, che diventa parte stessa del film, con una trama psicologica che è parte essenziale per il gioco filmico.

Dopo aver diretto ventitré film nella sua Inghilterra, Hitchcock viene subito omaggiato con l’ Oscar come miglior film con Rebecca – la prima moglie, primo lungometraggio hollywoodiano. Non scostandosi quasi mai dalle modalità del thriller e della suspense, il regista in realtà colpisce nel profondo la psiche dello spettatore, scaraventandolo repentinamente in un universo di fantasmi e incubi, mettendo in campo una strategia dell’angoscia che si rivela capace di seminare inaudite turbolenze nelle profondità dell’inconscio. Nel film “Rebecca”, Hitchcock mantiene la storia in parte fedele al romanzo di Daphne du Maurier.

Intrigo Internazionale affronta uno dei temi cari a Hitchcock, quello dello scambio di persona, dell’equivoco che si rivela una complessa trappola, soprattutto se l’uomo in questione non esiste. Un evento casuale che si trasforma in un incubo, fatto di inseguimenti, fughe e colpi di scena, il tutto magistralmente interpretato da Cary Grant. Memorabile la sequenza in cui il protagonista, solo in un deserto, viene attaccato da un aereo.

Una finestra sul cortile che guarda l’edificio di fronte è la scarna scenografia presente ne La finestra sul cortile. Jeff (James Stewart), un fotoreporter, costretto in casa per la frattura di una gamba, ammazza il tempo osservando con il teleobiettivo i suoi vicini di casa, e finendo inesorabilmente a vederne tutti i loro microcosmi. In piena notte un urlo di donna lo sveglia, dando il via ai suoi sospetti sul sig. Thorwald. Il voyeurismo dello spettatore e del cinema stesso ora è nel teleobiettivo di Jeff.

Psycho

Psycho, la famosissima scena della doccia.

Forse il maggior successo di pubblico per Hitchcock è Psycho, in cui ancora una volta riesce ad esaltare le strutture del thriller, sconvolgendo alcuni dettami, un esempio su tutti è la morte della protagonista dopo quaranta minuti. Ancora una volta il tema cruciale è quello del doppio, ora della doppia personalità. Qui lo spettatore viene proiettato in una crescente dimensione emotiva.

Vertigo, tradotto in La donna che visse due volte, ripercorre alcuni dei temi fondamentali della cifra stilistica del regista inglese. L’ambiguità delle figure femminili, il senso d’angoscia, il tema del doppio vengono incanalati verso zone oscure della psiche, una psiche segnata dal destino e dal caso, dove la razionalità cede il passo all’inconscio. Ricorrente è il motivo della spirale, sia nel titolo che nell’intreccio. In un sondaggio del 2012 del British Film Institute la pellicola ha ottenuto il maggior numero di voti, sopravanzando Quarto Potere di Orson Welles.

5. Rebecca – la prima moglie (1940)

4. Intrigo Internazionale (1959)

3. La Finestra sul cortile (1954)

2. Psycho (1960)

1. Vertigo (1958)

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Mauro Stracqualursi
"Bisogna sempre essere ebbri. Tutto è in questo:è l'unica questione. Per non sentire l'orribile peso del tempo.. che vi rompe le spalle e vi curva verso la terra... Dovete inebriarvi senza tregua.[...] Ma di che? Di vino,di poesia o di virtù,a Vostro talento. Ma inebriatevi. E se talvolta sui gradini di un palazzo, sull'erba verde d'una proda, nella solitudine tetra della Vostra camera, Vi destate, diminuita già o svanita l'ebbrezza, domandate al vento, all'onda, alla stella, all'uccello, all'orologio, a tutto ciò che sfugge, a tutto ciò che parla, domandate che ora è: ed il vento, l'onda, la stella, l'uccello, l'orologio, Vi risponderanno: E' l'ora di inebriarsi! Per non essere schiavi martoriati del Tempo, inebriatevi,inebriatevi senza posa! Di vino,di poesia o di virtù... a Vostro talento.." "Inebriatevi" - C. Baudelaire.

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