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I Campioni si raccontano: Daniele Lupo

L’ultimo numero del 2016 de “I campioni si raccontano” vede come ospite il portabandiera italiano alla cerimonia di Chiusura delle Olimpiadi di Rio 2016: Daniele Lupo. Tutti gli appassionati e non, hanno ancora in mente le superbe prestazioni estive che l’hanno portato nel beach volley, in coppia con Nicolai, a conquistare un argento olimpico. Oltre al risultato sportivo, i due sono diventati beniamini del pubblico grazie allo stile messo in campo: tenacia, spregiudicatezza, grinta e voglia di divertirsi.

Il nostro ospite nasce a Roma nel 1991 e proprio sul litorale romano, conosce, si diverte ed inizia la sua carriera nel beach volley. Nella sua prestigiosa carriera degni di nota sono sicuramente le due vittorie 2 ori europei e  2 vittorie nel World Tour.

La rubrica dedicata alle interviste sportive chiude dunque l’anno con uno dei simboli dell’ultima spedizione italiana nelle gare a cinque cerchi. Non potevamo farci regalo migliore.  Arrivederci al 2017 con nuovi ospiti.

Daniele Lupo

Daniele Lupo, Rio 2016

Intervista a Daniele Lupo

La prima domanda è secca: prevale più la gioia per l’argento olimpico o il rammarico per aver perso la finale?

Naturalmente prevale l’ argento vinto più che la finale persa ma comunque un po’ di rammarico rimane!

Il Corriere della Sera, dopo la sconfitta nella finale, ha titolato: l’Italia scopre il Beach Volley. Si augura che l’ottima prestazione olimpica possa essere un traino per lo sviluppo del Beach in Italia? A tal proposito le chiedo cosa servirebbe nel nostro Paese per uno sviluppo professionale della disciplina?

È una disciplina divertentissima e si merita di crescere come il calcio, il tennis o altre discipline che sono cresciute. Non è facile ma spero che questo possa accadere presto. Secondo me, ci vuole un bel campionato italiano ma seguito dalle TV e quindi dagli sponsor.

Quali doti fisiche e mentali deve possedere una coppia di beach per potersi completare al meglio? Quali sono i principali pregi e quali gli eventuali difetti della suo compagno Nicolai?

Sicuramente ci vuole un fisico fuori dalla norma, esplosività e velocità, ma a suo tempo anche resistente. Queste, però, non sono le cose principali perché ci vuole anche una gran dote mentale ed una grandissima pazienza. Ma noi dobbiamo migliorare tantissimo in tutte queste caratteristiche: quando vinceremo l’ oro vorrà dire che le avremo migliorate.

In un’intervista a Repubblica, ha dichiarato: all’Albos (uno stabilimento di Fregene) gioco cattivo come alla finale olimpica, e alla finale olimpica cazzeggio come all’Albos. Per me il beach, è tutto insieme, agonismo selvaggio, impegno, ma anche divertimento senza limiti, tocchetti bastardi, palle sporche“. E’ in queste caratteristiche ma soprattutto in questo atteggiamento mentale che si può ricercare la chiave delle sue vittorie?

Sicuramente ha esagerato il giornalista ma prendendo le cose con le pinzette la mia forza è proprio questa: gioco una finale olimpica come se giocassi a Fregene con i miei amici.  Questo mi avvantaggia in modo da non sentire tanto la pressione e così facendo posso dare il meglio di me.

Come è cambiata la sua vita dopo Rio? Ora, si sente un” personaggio” oltre ad essere un atleta?

La mia vita è sempre la stessa ovvero gioco tutti i giorni a beach come sempre e mi alleno tutti i giorni per migliorarmi e diventare il giocatore più forte del mondo. Questa è la mia passione!!

Fuori dal campo qualcosa è cambiato, mi fermano per strada  mi chiedono di fare foto. E’ una cosa grandiosa anche perché ora il nostro sport è più conosciuto e sono contento.

Per i profani o per gli spettatori occasionali, come spiegherebbe le differenze tecniche tra il beach e il volley (non considerando ovviamente il luogo e il numero di giocatori).

Sono due sport completamenti diversi uno è di squadra mentre l’altro è molto più simile ad uno sport individuale. Le varianti che differenziano il volley dal beach sono tante come gli agenti atmosferici la palla, la superficie,  l’aspetto mentale.

Molti non sanno che oltre l’argento all’olimpico, lei ha vinto una battaglia molto più importante: quella con un tumore, circa un anno e mezzo fa. E’ corretto pensare che proprio da quella sfida vinta ha trovato la forza per preparare al meglio l’Olimpiade?

Questo è verissimo. La vita mi ha dato una sfida per crescere, affrontare un problema e superare quella difficoltà mi ha aiutato, perché per vincere una medaglia olimpica ci vuole più che una prestazione fisica!

Restando sull’argomento. La sua storia è certamente un esempio di speranza e di forza per tante persone che oggi ancora soffrono e sono colpite dalla malattia. Quale messaggio Daniele, il ragazzo di Fregene, vuole dedicare loro?

Sicuramente direi di divertirsi lo stesso anche se ovviamente è molto difficile. Suggerisco di circondarsi di persone che emanano energia positiva e andrà tutto alla grande!

Fuori dalla sabbia del campo… Quali sono i suoi principali hobbies? Ci sono altri sport che segue con passione?

Mi piacciono tantissime cose oltre al beach  per esempio il surf, i film e i manga. Mi piace avere stile, comprare e leggere libri e i giochi di ruolo. Sono, inoltre, appassionato di carte e Backgammon 

 

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Umberto Zimarri
..Io, giullare da niente, ma indignato, anch'io qui canto con parola sfinita, con un ruggito che diventa belato, ma a te dedico queste parole da poco che sottendono solo un vizio antico sperando però che tu non le prenda come un gioco, tu, ipocrita uditore, mio simile... mio amico...

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