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Tempo di regali… alle banche!!!!

Natale, si sa , è tempo di regali, e anche se nessuno lo sa, tutti noi cittadini dell’Eurozona abbiamo partecipato a un grosso regalo collettivo: la Bce, la Banca Centrale Europea, ha deciso  di prestare alle banche della zona duemila miliardi di euro, a un tasso fisso dell’uno per cento, accettando come garanzia titoli dei debiti sovrani e obbligazioni. 489  miliardi sono stati già versati ieri. Questo prestito batte tutti i record sia per il volume di denaro, sia per le condizioni enormemente favorevoli. La decisione è stata motivata, ovviamente, come misura straordinaria per rilanciare l’economia, inoltre, per arrivare ad una soluzione di questo genere, la situazione è davvero cupa e preoccuapnte.La prima considerazione che mi viene spontanea è  molto semplice e immediata: siccome i soldi che la Bce ha prestato alle banche  provengono dalle tasche dei cittadini europei, non sarebbe stato il caso di chiedere il parere ai contribuenti?  Teoricamente si, praticamente neanche per sogno. La seconda considerazione è ancora, se possibile, più banale: l’inflazione è molto superiore al 1%, quindi una parte di quei soldi è REGALATA ALLE BANCHE: non ci vuole certo Einstein per capire che si prendono soldi all’1 per cento per tre anni dalla Bce, e si comprano titoli di Stato italiani al 6 con pari scadenza da offrire in garanzia del prestito,si guadagna il 5 per cento senza correre rischio alcuno. Per fare questa “immensa operazione finanziaria” non ci vogliono di certo fini banchiere, possono bastare anche Zio Paperone e Topolino. Tradotto in italiano secondo me questa operazione è molto chiara e definita. si chiama TRUFFA.Senza ombra di dubbio è fondamentale per il tutto il sistema economico-finanziario salvaguardare l’integrità degli istituti bancari per evitare conseguenze catatstrofiche. Il punto però è un altro: la crisi che ha colpito il mondo intero in questi anni, è una crisi di origine finanziaria.Oltre i numerosi e pesantissimi provvedimenti che hanno tassato il popolo, non sarebbe il caso di imporre regole rigide e chiare ai creativi finanzieri mondiali? Senza entrare nello specifico è una questione di giustizia sociale e civile: non si possono far  pagare agli altri le  proprie colpe.

Se prima di questo periodo storico ci si interrogava su chi tra la politica e l’economia avesse la supremazia, oggi la Il potere delle bancherisposta è  chiarissima. La politica nel Mondo è diventata subordinata all’economia. Questa crisi è l’esaltazione del libero capitalismo finanziario, trascinato al fallimento proprio dal concetto su cui si basa: il libero mercato efficiente e razionale. La crisi del mercato ha, ovviamente ,avuto ripercussioni gravi su tutto l’apparato politico-sociale dei paesi, che è anche esso basato sul capitalismo, e ha messo praticamente ko quel che rimaneva della DEMOCRAZIA politica. Oggi le soluzioni si cercano a Wall Street e non più alla Casa Bianca. Il pessimo quadro è peggiorato da un conflitto d’interessi duraturo, mostruoso e continuo che ormai non rappresenta più l’eccezione ma la normalità.Oggi, nel 2011, chi decide se uno stato fallisce oppure no? Lo decide la finanza internazionale e i grandi speculatori. Chi ha dato questo enorme potere alle banche. Partendo dall’origine dell’attuale crisi, ovvero nel 2008 in America, possiamo creare un semplice sillogismo: il denaro pubblico è stato usato copiosamente per finanziare i grandi istituti  finanziari in crisi, denominati  appunto too big to fail( troppo grandi per fallire). Paradossalmente con questi aiuti, questi enti sono cresciuti in dimensioni e potere, mentre al contrario gli Stati si sono indeboliti sempre di più, fino ad arrivare all’immenso  poterno odierno:  decidere il futuro di Stati, quindi di milioni di persone.

 

La new economy è una cosa molto seria nei suoi effetti. Mai nella storia del capitalismo si era assistito a uno spostamento così rapido e colossale e spesso arrischiato di mezzi finanziari”. Giorgio Bocca.

 

 

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Umberto Zimarri
..Io, giullare da niente, ma indignato, anch'io qui canto con parola sfinita, con un ruggito che diventa belato, ma a te dedico queste parole da poco che sottendono solo un vizio antico sperando però che tu non le prenda come un gioco, tu, ipocrita uditore, mio simile... mio amico...

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