Lungotevere romano in un giorno lavorativo di novembre, una giornata che scorre nella frenetica normalità per i cittadini della capitale, ma non per Lirio Abbate e la sua scorta. Proprio lì, nel centro di Roma avvolti da quella grande bellezza che si scontra sempre di più con la mediocrità dei nostri giorni, una macchina segue l’auto del giornalista e della sua scorta per poi speronarli. Qual è la sua colpa? Abbate sta raccontando con precisione e chiarezza l’intreccio di potere criminale dei Quattro Re di Roma (Casamonica, Senese, Carminati e Fasciani) che sta strangolando Roma.
“Non è una città, ma un intreccio di traffici e intrallazzi, delitti e truffe, su cui si è imposta una cupola nera. Invisibile ma potentissima, ha preso il controllo di Roma. Trasformando la metropoli nel laboratorio di una nuova forma di mafia, comandata da estremisti di destra di due generazioni. Al vertice ci sono vecchi nomi, veterani degli anni di piombo, abituati a trattare con le istituzioni e con i padrini, abili a muoversi nel palazzo e sulla strada. Ai loro ordini c’è un’armata bifronte, che unisce banditi e narcos, manager nostalgici e giovani neofascisti. L’ideologia garantisce compattezza, il credo nell’azione e nella sfida. I soldi, tanti e subito, premiano la fedeltà. E la componente borghese, dai maturi colletti bianchi ai ragazzi in camicia nera, gli permette di arrivare ovunque. Con le buone o con le cattive. Per comprendere bene cosa accade oggi nella Capitale, in questo grande spazio circoscritto dal Grande raccordo anulare, occorre mettere da parte quello che accade a Napoli, a Palermo o a Reggio Calabria. È nella Capitale che ha messo radici un sistema criminale senza precedenti, con fiumi di cocaina e cascate di diamanti, ma anche tanto piombo. Questa è la lucida analisi compiuta dalla firma dell’Espresso nell’articolo del 9 settembre i Fasciomafiosi alla conquista della capitale.
Potere politico, piombo, cocaina, industria, controllo del territorio e in particolari di alcune borgate: ogni tessera al suo posto per il controllo della capitale. La vecchia mala romana, quella della Banda della Magliana, che si unisce al sistema politico-industriale. Un sistema criminale tutto nuovo, diverso da quello di Casal di Principe, di Africo o di Corleone. Una nuova mafia, perché oggi più che mai si deve affermare che la Mafia a Roma e nel Lazio esiste. Colletti bianchi che si uniscono con gruppi neri come la pece, sdoganati di nuovo dall’incoscienza di nuovi politici rampanti. Nasce, così, quel grigiore fosco che avvolge il mondo della capitale.
Come si è arrivati a questo punto? Fenomeni criminali e sociologici di questo genere non nascono dall’oggi al domani. Sempre un altro giornalista dell’Espresso, Emiliano Fittipaldi, quattro anni fa, il 9 dicembre 2010, denunciava come in numerosi e rilevanti posti di comando erano seduti e presenti personaggi legati al mondo dell’ultra destra capitolina. Alemanno, il ragazzo d’oro della destra capitolina, non aveva dimenticato i suoi vecchi amici camerati. All’Atac, spiegava l’inchiesta c‘erano l’ex Nar Francesco Bianco (in passato arrestato e processato per rapine e omicidi insieme ai fratelli Fioravanti, fu scarcerato per decorrenza dei termini) e l’ex di Terza posizione Gianluca Ponzio. Ponzio oggi è a capo del Servizio relazioni industriali della municipalizzata del Comune, negli anni Ottanta fu protagonista di arresti plurimi per rapina e possesso d’armi” . L’Ama era il posto di comando destinato Franco Panzironi, mentre l’Eur Spa era stata destinata a Riccardo Mancini. Tutti vicini ad Avanguardia Nazionale e ad una delle figure più oscure della storia d’Italia, Stefano delle Chiaie. Un posticino era stato trovato anche a “Stefano Andrini, assurto agli onori delle cronache perché insieme a un gruppetto di naziskin picchiò selvaggiamente, nell’estate del 1989, due “compagni” davanti al cinema Capranica”. Ci saranno possibilità anche per i naziskin vicini a Mokbel o per industriali vicini a Roberto Fiore, leader di Forza Nuova. L’elenco sarebbe lunghissimo, ma è bene concentrarsi sull’uomo chiave del sistema Stefano Carminati. Ex componente della Banda della Magliana, ex Nar, coinvolto nell’omicidio Pecorelli continua a scrivere righe e pagine del suo Romanzo Criminale. Spregiudicate azioni finanziarie, gentile e dai modi educati quando si tratta da affari, uomo senza pietà se si tratta di regolare i conti. Nelle scorse settimane abbiamo visto e sentito di tutto sulle famose multe della Panda Rossa: è evidente che queste fossero solo un pretesto per colpire l’attuale primo cittadino estraneo al mondo del potere Romano, di destra e del suo partito. Quest’affermazione non significa che Marino sia esente da colpe o stia amministrando bene (non conosco affondo la realtà per giudicare) ma è chiaro l’isolamento del Sindaco anche all’interno del suo stesso partito. Quante parole abbiamo sentito in passato sul mercimonio criminale della giunta Alemanno? Quanti minuti hanno dedicato i tg su questa strana disposizione del potere? Roma è stata invasa da mafiosi e fascisti, reclutati dalla destra con la benedizione della Ndrangheta. Questa è la realtà, questa è la drammatica priorità per il Paese. Oh sia chiaro, tutti italianissimi, tutti puro sangue, tutti in prima linea nelle proteste “cittadine” di Tor Sapienza..
Proprio ieri sera andava in onda questo servizio nel programma Piazza Pulita su LA 7:
http://www.la7.it/piazzapulita/video/roma-barbarica-02-12-2014-142334
Oggi, 2 dicembre 2014, trova ampio rilievo la notizia dell’arresto di 37 persone in una maxi operazione contro la “mafia capitale”. Gli indagati, invece, sono 100. Il reato è quello di associazione mafiosa. I protagonisti “ramificato sistema corruttivo”? Tutti quelli che facevano parte di quel “magnifico gruppo” presentato in precedenza: Alemanno (indagato), Panzironi, Riccardo Mancini, Luca Odavaine, Riccardo Brugia, Fabrizio Testa, Gennaro Mokbel, Giovanni Fiscon, Salvatore Buzzi, Emanuela Salvatori (responsabile dell’ufficio rom del Campidoglio e coordinatrice dell’attuazione del “Piano rom e interventi di inclusione sociale), Carlo Pucci. Per non farci mancare nulla e per ricordare che la mafia non guarda all’appartenenza politica indagati anche Mirko Coratti, il consigliere regionale Eugenio Patanè e Daniele Ozzimo del Pd, e il consigliere regionale Luca Gramazio (Forza Italia).
A questo punto, però, mi viene in mente una domanda: qual è la vera priorità da combattere? Siamo ancora convinti che a Roma il vero ed unico problema fossero i rom e gli immigrati? E’ del tutto evidente, come dimostrano le immagini del video, la presenza di un forte legame tra le proteste di Tor Sapienza e i movimenti di estrema destra. In Italia, ormai, è a rischio la tenuta sociale: siamo ad un metro dall’esplosione e c’è chi continua a gettare benzina sul fuoco con campagne di disinformazione con il solo obiettivo di guadagnare qualche punto percentuale nei sondaggi. L’azione della Lega che ha sdoganato partiti neo fascisti come CasaPound e Forza Nuova è un’azione irresponsabile e profondamente pericolosa per la democrazia. Un altro aspetto che tanti, volontariamente o meno, dimenticano è che la destra estrema a Roma ha governato e ha fallito. Ora vedere sfilare Borghezio, la Belviso, l’indagato Alemanno e gli striscioni riciclati di FdI, è solamente patetico oltre che ridicolo. La vera, profonda e pericolosa illegalità siete proprio voi con le vostre connivenze mafiose, i vostri assurdi legami con imprenditori senza scrupoli e i settori deviati dello Stato. C’è una frase che mostra il vero volto di questi novelli patrioti. “Gli immigrati rendono più della droga”. Il loro business sfruttava i rifugiati, gli immigrati, quelli che dicono di non volere nelle proprie case. Riprendiamoci la nostra nazione, si ma con i soldi degli immigrati e magari ne arrivassero un altro po’, si potrebbe sintetizzare così il tutto.
Non ci vuole molto coraggio a insultare i nullatenenti e i bambini rifugiati, molto ce ne vuole per combattere la mafia nella Capitale. La storia ci ricorda, però, che di coraggio non ne avete mai avuto molto: siete sempre stati dalla parte dei più forti, le SS prima, la mafia e la ndrangheta oggi a Roma.