La donna nella Resistenza è un tema, già trattato in: http://www.lindifferenziato.com/2014/03/21/verso-25-aprile-donne-resistenza-taciuta/, che rappresenta un tassello imprescindibile nel mosaico complessivo del giorno della Liberazione, un passaggio molto importante che va di pari passo con l’emancipazione della donna. Qui trova spazio la considerevole testimonianza offerta da una grandissima regista del cinema italiano: Liliana Cavani, con un documentario del 1965. Nei 47′ minuti del filmato sono presenti numerose interviste con le quali la giovane regista (all’epoca) affronta un tema molto delicato, la Resistenza, però vista da un punto di vista femminile, con le donne protagoniste con la loro adesione alle lotte partigiane contro i nazisti e fascisti dall’estate del 1943 fino all’aprile 1945. Non delle semplici comparse, ma delle vere eroine con la loro lotta attiva. I motivi per cui hanno deciso di prender parte alla Resistenza sono molteplici e cambiano da persona a persona, ma il fine ultimo è comune a tutte: si tratta del desiderio di “salvare il salvabile”, provocare e avviare un cambiamento, affinché il mondo “da questa prova avesse un insegnamento” e potesse essere migliore. Molte sono le donne che per questi ideali hanno perso la vita, affrontando con coraggio la morte, spinte e animate dal profondo amore per la vita.
Tutte le testimonianze dimostrano questa volontà, di donne catapultate in una nuova realtà, e dove dalle loro parole non si evince alcun vittimismo, ma solo quella voglia di combattare per il giusto, per il futuro.
Le importantissime testimonianze sono di: Germana Boldrini (Bologna), Norma Barbolini (Modena), Adriana Locatelli (Bergamo), Gilda Larocca (Firenze), Tosca Bucarelli (Firenze), Marcella Monaco (Roma), Maria Giraudo, suor Gaetana del carcere di Santa Verdiana (Firenze), Maria Montruolo (Milano), Anna Maria Enriques Agnoletti Bologna) e sua madre. Buona visione.