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La libreria del Villaggio. Dall’Inghilterra alla Francia: Viaggio al termine della notte.

 Ho voluto intitolare così il terzo appuntamento con questa stupefacente (…) rubrica, perché, dopo aver parlato indegnamente di due pilastri della letteratura inglese ( William Shakespeare e Oscar Wilde ), è tempo di fare le valigie e di attraversare la Manica, lasciando l’ isola britannica per trasferirci in terra di Francia.

E’ risaputo che la lingua francese è la più elegante, la più poetica, la più affascinate al mondo  (seconda solo a quella italiana ovviamente). Ma c’è stato un autore, fortunatamente venuto al mondo, nell’anno 1894, che ha saputo usare e rivoluzionare il linguaggio letterario transalpino in un modo unico, mai letto prima.

Sto parlando di Louis Auguste Destouches, o più semplicemente del grande Céline.

Viene ricordato per essere stato accusato di antisemitismo a causa di alcune sue affermazioni nel periodo del secondo conflitto mondiale (era convinto che ebrei e capitalisti stessero rovinando la sua cara Francia), ma soprattutto passò alla storia perché fu lui a dare una sterzata decisa allo stile letterario influenzando non solo la letteratura in patria ma in tutta l’Europa,  portando un netto rinnovamento, con le sue celebri espressioni spesso scurrili. Il suo stile si distingue in specialmodo  per essere molto scorrevole e diretto, non usa paroloni ma un linguaggio semplice e chiaro, talvolta anche “terra-terra” , diciamo popolare, il ché spesso anziché essere considerato una deficienza dovrebbe essere inteso come pregio. Altra fondamentale caratteristica di Céline è il suo pessimismo esistenziale cronico, soprattutto causato all’animo degli uomini, che con troppa superficialità vanno in contrasto fino a farsi spesso guerra tra loro non sapendo godere del dono della vita, rendendo la loro esistenza più dura e infame di come per natura dovrebbe essere, rendendola degna solo della morte, quest’ultima vista come una cara amica attesa con ansia per potersi finalmente abbandonarsi a lei e così liberarsi dalle sofferenze terrene, causate sovente dall’uomo stesso.

Il titolo “Viaggio al termine della notte “ riassume a mio parere, in una maestosa sintesi secca, quello che è il cammino di ogni singolo individuo, la traversata che tutti dobbiamo compiere, in un percorso impervio e pieno di avversità che sono lì, nascoste dietro l’angolo e che rendono l’esistenza grave, una incognita costante, come una notte senza luci, nella vana attesa che prima o poi spunti almeno una stella ad illuminare il cammino, un astro che permetta di avere un pizzico di speranza verso il futuro, finché non ci si rende conto che il momento sperato non è giunto, ma è arrivato puntuale ed inesorabile il momento del trapasso.

 Analizzare più approfonditamente questo libro richiederebbe davvero giornate intere, i diversi contenuti sono sorprendentemente coinvolgenti e stimolanti. Alla fine vi lascerà un retrogusto piuttosto amaro, dovuto alla mancanza di speranza e aspettativa verso l’esistenza. Questo però non vi impedirà di innamorarvi di questo autore, qualora non lo siate già.

Questo romanzo è un’opera autobiografica in cui Céline ha la capacità ci farci vivere,  come se fossimo stati a suo fianco, tutte le esperienze significative, e spesso  drammatiche, della sua vita; dalla sua partecipazione alla prima guerra mondiale, al viaggio in America, poi il ritorno in Francia dove diventerà dottore ma  non senza incappare ancora in disparate sventure. Fino a sembrare quasi satirico verso questa professione.

Leggendo questo romanzo non potrete non meravigliarvi della sfiga di quest’uomo, ma va tenuto sempre presente che c’è poco di inventato. Questo libro parla di vita vissuta realmente da un uomo comune, il che vuol dire che la sfiga è sempre dietro l’angolo…

Gli scongiuri potrete praticarli dopo averlo letto. La prima cosa da fare è procurarsi una copia e poi… buona fortuna a tutti!

Tra le varie opere vi segnalo anche “ Morte a credito” , un altro titolo emblematico che, considerato tutto ciò che ho scritto su Céline…è tutto un programma.

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2 Commenti

  1. Il Voyage è un vero capolavoro.
    Non è un libro, è un’esperienza. Nell’animo e nel mondo. Ecome tale, una volta concluso, non ti abbandona più. Bardamu ti cambia e resta dentro, da qualche parte. Una volta finito lo sfogli e lo risfogli per averne ancora e non hai più voglia di leggere dell’altro!
    Meraviglioso e tremendo.

    • loscemodelvillaggio
      loscemodelvillaggio

      E’ esattamente ciò che io volevo esprimere su quest’opera.
      Non ho saputo,e non saprei tutt’ora dirlo meglio.

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