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Emergenza Rifiuti- Ferma Opposizione del Comune di San Giovanni Incarico

Negli ultimi giorni la nostra provincia è stata scossa dalla decisione del Ministro dell’Ambiente Corrado Clini di dirottare parte del flusso di rifiuti generati in territorio capitolino nel sistema impiantistico del frusinate.

discarica

Per far fronte all’emergenza rifiuti incombente sulla Capitale, con Decreto Ministeriale 3 Gennaio 2013 sono stati individuati nella Regione Lazio 9 impianti di trattamento meccanico biologico (TMB) dei rifiuti urbani che presentano una capacità autorizzata residua di trattamento. Va infatti evidenziato che, in linea con i principi dell’Unione Europea, possono essere conferiti in discarica soltanto i rifiuti trattati; da qui la necessità di convogliare i rifiuti urbani indifferenziati provenienti dalla Città Eterna in impianti TMB.

Entro il 25 gennaio del corrente mese, pertanto, detti impianti sono diffidati a trattare, nei limiti della capacità residua autorizzata, i rifiuti urbani provenienti dalle utenze romane nonché dai Comuni di Fiumicino, Ciampino e dallo Stato del Vaticano.

L’imposizione perentoria ed improcrastinabile del Ministro colpisce duramente il nostro territorio poiché uno degli impianti individuati con il Decreto è rappresentato dall’impianto di trattamento meccanico biologico S.A.F. S.p.A. sito nel Comune di Colfelice. Dall’Allegato 1 del Decreto si apprende che esso risulta autorizzato alla gestione di un quantitativo annuo di rifiuti corrispondente a 327.723 tonnellate e che annualmente provvede al trattamento di 187.676 tonnellate di rifiuti. La differenza tra i due quantitativi costituisce quella che viene definita capacità residua, nella fattispecie pari a 139.597 tonnellate/anno di rifiuti urbani, che dovrebbe essere impiegata proprio per sopperire alla necessità dell’Urbe.

L’emergenza rifiuti a Roma perdura ormai da troppo tempo, talmente tanto da non rendere giustificabile l’immobilità d’azione perseguita negli ultimi anni a fronte del tentativo di riparare l’irreparabile con un Decreto rigido, che rischia di portare al collasso anche le altre realtà. Appare poi impensabile che entro la fine del mese si riesca a rendere operativo il piano per la raccolta differenziata nel Comune di Roma, come previsto dal medesimo Decreto.

Se è vero che la nostra Provincia è in grado di garantire la chiusura del ciclo dei rifiuti, è altrettanto sacrosanto sottolineare che il nostro territorio ha pagato a caro prezzo l’autosufficienza dell’ambito territoriale. In questi giorni, dunque, ci si interroga sul perché al nostro territorio viene imposto di farsi carico di questa situazione emergenziale e si valutano le possibili conseguenze di tale onere.

Dalla realtà locale è giunto un coro unanime di dissenso contro la decisione del Ministro Clini. In particolare hanno espresso il loro dissenso tutti e 91 i Comuni della Provincia di Frosinone, la stessa Amministrazione Provinciale., nonché la stessa S.A.F. S.p.A..

Anche il Comune di San Giovanni Incarico si è schierato apertamente contro i recenti provvedimenti; a tal riguardo è intervenuto il Vicesindaco nonché Assessore all’Ambiente Daniele Piccirilli, che ha dichiarato quanto segue:

“Il Decreto Clini – s’infervora Piccirilli – considerato che è stato predisposto senza un preventivo colloquio con i territori interessati, è l’ennesimo atto arrogante di un ministro con la valigia pronta; un decreto che prevede il malcelato disegno politico di far diventare la Ciociaria la pattumiera del Lazio, dovendo essa ricevere la gran parte dei rifiuti provenienti da Roma, Fiumicino, Ciampino e dalla Città del Vaticano”. Una vera e propria tegola sulla testa dei cittadini sangiovannesi che da due anni a questa parte hanno iniziato, con proficui risultati, a praticare la raccolta differenziata dei rifiuti: “Paghiamo – sottolinea l’assessore all’Ambiente sangiovannese, che stigmatizza la decisione di coinvolgere le province laziali nella risoluzione di un’emergenza le cui responsabilità sono da attribuire unicamente alle inadempienze della Regione Lazio, della Provincia e del Comune di Roma – l’incapacità di far funzionare i termocombustori presenti nel territorio della provincia romana e subiamo l’incapacità del Comune capitolino ad avviare un sistema di raccolta differenziata dei rifiuti. Si tratta dell’ennesimo atto lesivo della dignità delle nostre popolazioni; le quali, dopo essersi viste private del diritto alla salute in seguito ai numerosi tagli alla Sanità, si vedono negare anche il diritto di vivere in un ambiente salubre”. “La nostra provincia – avverte Piccirilli -, non è schiava di Roma. Con Rocco Renzi, presidente del Comitato cittadino a difesa della salute ‘San Cataldo’, rivolgiamo l’appello a tutti i nostri concittadini a tenere alta la guardia e nei prossimi giorni concorderemo eventuali azioni da intraprendere. L’Amministrazione Salvati, infatti, si adopererà per mettere in campo, come sempre, tutte le iniziative possibili a tutela degli interessi del territorio per contrastare lo scempio che dalla Capitale stanno cercando di perpetrare ai nostri danni”. “Ritengo irragionevole ed irrispettosa – conclude Piccirilli – la scelta del presidente dell’Amministrazione provinciale Antonello Iannarilli di abbandonare la Provincia di Frosinone in un momento talmente delicato, soprattutto in virtù del fatto che così facendo l’ente di Piazza Gramsci rischia il commissariamento con tutto ciò che ne consegue”.

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