Home / Le interviste de L'indifferenziato / I campioni si raccontano: Marco Fichera

I campioni si raccontano: Marco Fichera

I Campioni si Raccontano – L’Indifferenziato. Intervista Marco Fichera

Torna la rubrica “I campioni si raccontano” e lo fa con un argento olimpico di Rio 2016, Marco Fichera. Il nostro ospite è nato il 4 settembre 1993 ad Acireale, è uno schermidore e la sua specialità è la spada. Durante le ultime olimpiadi ha vinto l’argento olimpico nella competizioni a squadre.

Buona lettura.

Intervista Marco Fichera

Marco Fichera- argento olimpico a Rio 2016

 

Iniziamo dalle Olimpiadi e dalla sua medaglia. Ci racconti come si vive l’attesa di una finale olimpica a soli 22 anni? Quanto è stato difficile gestire la tensione e il nervosismo?

Sicuramente la mia età poteva giocare un ruolo nella gestione delle energie, dell’ansia e della concentrazione durante tutta la gara ed in prossimità delle fasi finali, la realtà è invece che ho sempre saputo gestire al meglio queste situazioni anche grazie ad un carattere esuberante che mi fa esaltare quando ci si avvicina al momento X. la prima olimpiade ed a “soli” 22 anni è stata di certo fantastica ed anche piena di ansie e tensioni fortunatamente conclusasi per il meglio.

Arriva la stoccata decisiva…a chi sono andati i primi pensieri? Quel momento ripaga tutti gli sforzi fatti per arrivare fin lì?

Dopo la stoccata conclusiva in realtà sono ben pochi i pensieri perché termina la fase adrenalinica e ti lasci prendere dal momento. Sicuramente i pensieri vanno alle persone a te vicine che hanno condiviso anche alcuni momenti brutti con te, al tuo staff con il quale notte e giorno hai cercato di preparare al meglio questa gara dalle mille emozioni ed ai proprio compagni di squadra con i quali sia in momenti positivi sia in momenti negativi hai lavorato senza sosta per ottenere tutto ciò. Sicuramente una medaglia ripaga gli sforzi ed i sacrifici ma ti dà anche la consapevolezza e la forza per andare avanti ed andarti a prendere qualcosa di più nel prossimo futuro.

Ultima domanda su Rio, prima di cambiare argomento. Rispetto al passato quest’anno le rappresentative italiane di scherma hanno avuto qualche passo falso di troppo. Essendo stato un protagonista assoluto, potrebbe indicarci i motivi di questa prestazione buona ma non eccellente (ovviamente la squadra di spada è una piacevole e lieta eccezione).

Intervista Marco FicheraQuest’anno sicuramente pesava l’assenza del fioretto femminile a squadre che quindi toglie un posto anche nell’individuale, inoltre la squadra di fioretto maschile ha avuto un passo falso ma che in realtà può ampiamente succedere quando ti confronti con rappresentative del calibro di Francia, Russia e Usa. Nel fioretto femminile invece ci si aspettava la medaglia di Arianna Errigo che non è arrivata ma anche questo rientra nei giochi. Nel compenso pero siamo comunque riusciti a portare a casa 4 medaglie come da previsione che rendono, a mio parere, la spedizione a Rio positiva.

Lei ha definito la scherma: “autocontrollo, pazienza e modestia”, perché questa definizione? Lei quale di queste tre caratteristiche mentali sente di possedere particolarmente?

Questa definizione è data dalle caratteristiche intrinseche della scherma ed a maggior ragione della spada. Io credo di possedere un pò tutte e tre le caratteristiche sopra citate in particolar modo la pazienza in pedana.

Se, invece, dovesse descrivere Marco Fichera in tre parole, quali sceglierebbe?

Esuberante, determinato e consapevole.

Dopo la soddisfazione brasiliana quanto è difficile per un atleta, tornare ad essere concentrato sugli allenamenti quotidiani? Quali sono i suoi prossimi obiettivi sportivi?

Dopo un Olimpiade ogni atleta ha bisogno di un pò di tempo di stacco perché i 4 anni che hanno preceduto un olimpiade sono pieni di sacrifici e sembrano non terminare mai. Dopo un mesetto però si torna al proprio lavoro ed io personalmente, tranne nelle occasioni del caso, non penso più a quell’esperienza etichettandola come passata ed andando avanti. I prossimi obiettivi sono gli Europei ed i Mondiali di fine stagione e cioè nel Giugno/Luglio 2017, chiaramente a partire da fine ottobre inizieranno tute le varie prove di Coppa del Mondo, la prima delle quali a Berna, questi saranno importanti appuntamenti da non sbagliare. Inoltre già ad inizio Ottobre abbiamo fatto la prima gara post olimpica ad Erba terminata con una vittoria che mi trasmette pensieri positivi in vista appunto del primo appuntamento stagionale a Berna.

Suo padre è un grande appassionato di ciclismo, sua madre, invece, è stata una giocatrice di pallanuoto. A questo punto la domanda è lecita: come e da dove nasce la sua passione per la scherma? Perché ha scelto proprio la spada?

Si! ben detto, entrambi sono appassionati di sport in generale e nello specifico ciclismo e pallanuoto. Io ho iniziato con la scherma grazie ad un mio amico ed ex vicino di casa, Sergio, che la praticava e mi ha spinto a provarla. La spada è stata una scelta tecnica del mio primo maestro.

Lei è di origini siciliane, essendo nato a Catania, ma ormai è un milanese d’adozione. Garozzo e Pizzo, suoi compagni di nazionale e di medaglia olimpica nella spada sono anch’essi siciliani. Lei crede che sia più difficile fare sport nel meridione? E’ possibile praticare ad alti livelli la scherma, l’atletica o altri sport meno popolari restando nel sud Italia?

La Sicilia è un bacino di campioni e questo è un dato ormai certo non solo nella scherma ma penso a Giusi Malato e Sandro Campagna nella pallanuoto, Rossella Fiamingo, Giorgio Avola e Loreta Gulotta oltre a me Enrico e Paolo, Vincenzo Nibali nel ciclismo ed Antonio Cairoli nel motociclismo ed altri. Chiaramente qualcosa nel temperamento ed a livello caratteriale che ci fa crescere cosi ci sarà anche perchè non solo nello sport ma anche nel mondo culturale e sociale emergono personalità forti. Sicuramente però diventa poi difficile lavorare in alcuni contesti e molto spesso alcune situazioni logistico sociali ti portano ad andare via. Non dico sia impossibile praticare scherma o altri sport ad alti livelli però a volte diventa complicato per l’assenza di alcune importanti parti del tuo allenamento.

Anche grazie ai social, gli atleti vengono seguiti nei loro gesti quotidiani da un numero sempre maggiore di ragazzi. Gli esperti del settore parlano sempre più di responsabilità sociale dello sport: ritiene che uno sportivo abbia anche un ruolo sociale? Se si, qual è?

Assolutamente si, noi sportivi forse anche più che altri, abbiamo un compito importante perché siamo seguiti mediaticamente da ragazzi che ci ritengono idoli e quindi ci imitano e questo deve farci riflettere quando scriviamo o rispondiamo a delle domande, perché il nostro ruolo è fondamentale per la crescita delle generazioni future. Ogni parola ed ogni gesto deve essere ponderato e ben calcolato. Il ruolo dei social è importante per rendere partecipi i nostri fan delle nostre esperienze ma devono essere ben utilizzati.

Per il secondo anno consecutivo la Fondazione Angelini ha sviluppato il programma “Imparare fa Bene”. Lei l’11 ottobre ha premiato i ragazzi della terza elementare di Gonnosfandiga che avevano realizzato un progetto sulla sostenibilità ambientale. Come è stato tornare in classe per premiare dei ragazzi? Qual è stata la domanda più simpatica che le hanno posto?

Intanto vorrei ringraziare la Fondazione Angelini che mi ha dato la possibilità di fare questa esperienza e complimentarmi con loro perchè questo tipo di progetti sociali fanno del bene alle nuove generazioni e sono molto importanti. Sicuramente rientrare a scuola è stata un’emozione immensa e mi ha ricordato i bei momenti passati. La domanda più carina è stata quella di un bimbo che mi ha chiesto: sei fidanzato? domanda non tecnica ma che ritorna al discorso che avevo fatto in precedenza sul ruolo dei social e di chi ci segue.

In chiusura, da grande tifoso juventino, cosa baratterebbe per una vittoria della sua squadra del cuore in Champions League?

In realtà baratterei tante cose per una vittoria delle Juve in Champions, tifo Juventus da quando sono piccolo ed ora riesco anche tra un impegno e l’altro ad andare allo stadio grazie anche alla società che è sempre gentile ed ospitale con me. Comunque direi che potrei barattare 1 mese di sushi ed io per il sushi vado matto… almeno 2 volte a settimana.

 

Commenti

commenti

Notizie su Umberto Zimarri

Umberto Zimarri
..Io, giullare da niente, ma indignato, anch'io qui canto con parola sfinita, con un ruggito che diventa belato, ma a te dedico queste parole da poco che sottendono solo un vizio antico sperando però che tu non le prenda come un gioco, tu, ipocrita uditore, mio simile... mio amico...

Rispondi

Il tuo indirizzo eMail non sarà Pubblicato.I campi obbligatori sono contrassegnati. *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Sali