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La nuova frontiera del lavoro

Mentre il Governo è ancora convinto che per riformare il mercato del lavoro si debba partire dall’articolo 18 introducendo ancora più flessibilità in entrata, in America e in Germania stanno partendo alcune importanti e interessanti innovazioni.
La necessità che tutti gli esperti del settore sottolineano, al di là del credo politico, è quella che questo settore necessiti di un radicale cambiamento. C’è urgenza di una forte innovazione che possa portare il lavoratore nel contesto del XXI secolo. Troppo spesso  questa necessità di vero cambiamento si è tradotta solamente con l’abbassamento dei diritti. Questo fenomeno, però, non può tradursi con il termine innovazione, ma solamente con quello di restaurazione: se si ragiona in questo modo non si vuole stare nel terzo millennio, ma alla fine dell’800. La flexsecurity che tanti estimatori possiede in Italia, è come dice il nome stesso, composto da due concetti: flessibilità e sicurezza. In Italia si insiste e ci si concentra solo sulla prima in entrata, dimenticandosi della seconda che prevedrebbe l’utilizzo di ammortizzatori sociali e di investimenti nella formazione e nelle tutele del lavoratore.
Immaginate per un secondo di lavorare in un azienda in cui non esistono cartellini, scrivanie e obblighi d’orario. Bene, questa è la novità che il colosso informatico della Microsoft ha deciso di attuare in maniera sperimentale per la sua sede in Germania. I lavoratori di Amburgo potranno decidere in maniera autonoma se andare in ufficio dalle 9 alle 18, adottare un part-time o restare a casa. L’unico vincolo che hanno è il raggiungimento degli obiettivi prefissati. La medesima decisione è stata presa dalla Virgin in America, anche se l’origine di questa nuova organizzazione è da ricercarsi nell’azienda NetFix sempre in America.
lavoro_agileIl “lavoro agile”, in questo modo è stata tradotta in italiano la formula, potrebbe rappresentare una vera e proprio “rivoluzione” nel mondo del dell’organizzazione aziendale e del welfare. Il cambiamento, ovviamente, è reso possibile dall’estrema digitalizzazione del sistema impresa.
Quali sono i vantaggi di questa “flessibilità”, dove con questo termine viene tradotta l’estrema libertà del lavoratore di organizzare la sua vita lavorativa?
È stato dimostrato da tutte le moderne ricerche economiche che un lavoratore motivato e felice di svolgere il suo compito, rappresenta la base per il successo aziendale in quanto è più produttivo, ma soprattutto svolge la sua mansione con qualità. L’assenza di vincoli spazio-temporali incentiverebbe sicuramente il lavoratore in questo senso, producendo un grande stimolo a svolgere per bene il suo compito, “responsabilizzando” lo stesso e ponendo le basi per quel legame con l’azienda che nella maggior parte dei casi è assente.
Un altro aspetto da sottolineare riguarda l’impatto sulla qualità della vita nelle città: oggi in Italia ci sono bene 26 milioni di pendolari, nel Comune di Milano, per esempio, la media della distanza percorsa per raggiungere il posto di lavoro è di 42 km. Ovviamente tutto questo congestiona il traffico cittadino peggiorando la qualità della vita e l’ambiente delle città. Lo sviluppo del Telelavoro, quindi, ha una ricaduta positiva anche sull’ ambiente sia in termini di riduzione dello smog, sia per quanto riguarda l’utilizzo delle risorse energetiche. L’azienda, infine, sviluppando questa nuova organizzazione potrebbe abbattere i costi di gestione della sua struttura e incentivare il crescente bisogno di lavoro collaborativo, magari tra persone con diverse competenze.
Quali sono, invece, i rischi e le problematiche del “lavoro agile”? Ovviamente il sistema funziona, creando benefici sia al lavoratore sia alla azienda, se non si eccede nel carico di lavoro assegnato per raggiungere l’obiettivo prefissato. In quel caso, infatti, il lavoratore potrebbe essere costretto a lavorare anche di notte e si potrebbe sicuramente verificare, quello che gli esperti chiamano “tecnostress”.
Come in ogni cosa, diventa dunque fondamentale il buon senso del lavoratore e del titolare. Parlare di questi argomenti, però, è sicuramente più costruttivo e calzante rispetto all’ideologia, purtroppo ancora molto diffusa, per la quale l’unico modo di creare posti di lavoro e avere risultati efficienti sia quello di abbassare i diritti al lavoratore.

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Umberto Zimarri
..Io, giullare da niente, ma indignato, anch'io qui canto con parola sfinita, con un ruggito che diventa belato, ma a te dedico queste parole da poco che sottendono solo un vizio antico sperando però che tu non le prenda come un gioco, tu, ipocrita uditore, mio simile... mio amico...

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