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Finalmente l’autoriclaggio?

In questo periodo in cui il mantra del Governo è fare le riforme e farle subito, ce n’è una che invece procede a rilento ed è costretta a superare mille ostacoli e opposizioni. Casualmente riguarda la corruzione e la legalità, è la legge antiriciclaggio. L’incredibile lentezza dell’autoriclaggio si potrebbe sentenziare.

Come ci ricorda la senatrice Lucrezia Ricchiuti, “L’autoriciclaggio si è guadagnato le pagine dei giornali per un motivo semplice: è un reato che manca in Italia, unico tra i Paesi europei più avvertiti in materia di criminalità economica e gli operatori lo reclamano da tempo. Per questo c’era un disegno di legge apposito al Senato, che però procedeva molto lentamente. Insomma, è giusto sottolineare che l’Europa spesso ci chiede anche altro (Direttive Europee, n. 2005/60/CE e n. 2006/70/CE).

La vicenda è stata a lungo dibattuta in primavera quando Roberto Saviano, sulle pagine di Repubblica, invitò il governo a prendere di petto l’argomento della corruzione e della legalità. Lo stesso, premier Renzi, accolse positivamente questa richiesta e si impegnò ad intervenire “con assoluta urgenza”.

Per essere più precisi, la storia del provvedimento è molto più anziana, tant’è che la norma è stata dibattuta già dal Governo Monti, eravamo nel 2012, nel ddl anticorruzione della Severino. Ovviamente, a causa dello schema delle larghe intese, fu clamorosamente bocciato da Forza Italia. In politichese il tutto fu tradotto con la formula “sono necessari successivi approfondimenti”. Una di quelle locuzioni che sa maggiormente di presa in giro.

Ci provò anche Letta, ma niente a Formigoni ed Alfano la norma non piacque (il tacchino non si invita mai da solo al pranzo di Pasqua) ed arrivò il secondo stop. Ben due commissioni una presieduta da Francesco Greco, procuratore aggiunto di Milano, e successivamente una presieduta da Nicola Grattieri avevano studiato “la questione” dando precise direttive operative al Governo. La risposta dell’esecutivo fu un assordante e inspiegabile silenzio.

Ora veniamo agli avvenimenti più recenti. Il Ministro Orlando, il 29 agosto, ha presentato un pacchetto di riforme sulla giustizia nel quale era presente la famigerata norma. Gli esperti lo considerarono come un ottimo disegno, anche in relazione alle altre norma contenute: il rafforzamento del falso in bilancio, la riforma delle misure di prevenzione, dell’agenzia nazionale per i beni confiscati, del trattamento dei familiari delle vittime di mafia. Finalmente, tutto risolto? Neanche per sogno.

AutoriclaggioIn aula arriva, per esempio, il testo sulla responsabilità civile dei giudici, ma non quello sull’autoriclaggio, è perso nei meandri del Parlamento. Ma non solo, insorge anche e di nuovo il centrodestra e il Governo tenta una clamorosa marcia indietro: il testo del 29 settembre apprare “annacquato” in molti passaggi fondamentali. Non per fare della facile ironia ma pare l’abbiano scritto la Boschi e Ghedini.

La reazione durissima della società civile (Libera e Gruppo Abele su tutti) e di molti parlamentari Pd- Sel-M5s costringe il guardasigilli ad un ulteriore modifica. Si giunge, così, ad una formulazione che chiude il primo capitolo di questa “odissea legislativa”.

Il pacchetto di norme del nove ottobre prevede  il rientro dei capitali, l’autoriclaggio e la responsabilità ex 231 che proposto da Luca Pastorino, Pd, ha esteso le (pesanti) sanzioni dell’autoriciclaggio anche alle società. Per scriverla semplicemente, questa legge andrebbe a colpire lo schema standard di creazione di fondi neri, mediante sovrafatturazione o falsa fatturazione da e per l’estero.  Dai starete pensando, tutto bene ciò che finisce bene. Neanche per sogno, perchè qualcosa in più si sarebbe dovuto/potuto, invece, fare sulla durezza della pena ma soprattutto è spuntato fuori il “comma del godimento“. Come è ottimamente spiegato su Lavoce.info, da Leonardo Borlini (link a fine test0)  “l’autore del reato non sarebbe punibile quando denaro, beni o altra utilità vengono destinati alla utilizzazione o al godimento personale, perché non c’è “ulteriore vantaggio o profitto”. La vera finalità sottesa all’introduzione del reato di autoriciclaggio sarebbe, pertanto, quella di sanzionare l’inquinamento del sistema imprenditoriale con l’utilizzo di denaro o beni di provenienza delittuosa e dunque non il semplice “lavaggio” di denaro. Se tale sarà il testo finale della norma, ben definito sarebbe il bene giuridico tutelato (l’ordine economico), ma povero l’effetto deterrente che sta anzitutto nell’impedire a chi delinque di godere il frutto dei suoi crimini. Inoltre, si graverebbe la magistratura inquirente di un arduo onere probatorio, insieme fornendo un’agevole giustificazione agli accusati (al corrotto, ad esempio, non risulterebbe difficile dimostrare di non aver investito proprio la mazzetta in attività di impresa, derivandone nuovo profitto, ma di averci acquistato, invece, una casa o una macchina). Infine si taglierebbe fuori la grande evasione fiscale poiché omessa e infedele dichiarazione sono, al massimo, punite con la detenzione fino a tre anni e quindi ricadrebbero nell’esclusione della punibilità.”

Ce la faranno dopo più di due anni ad approvare  una norma decente e richiesta dall’Europa? Si darà ascolto a più di 650.000 cittadini che hanno firmato la proposta lanciata da Riparte il Futuro? Si cercherà di rendere questo dannato paese più civile? E’ cosi difficile pensare che probabilmente le aziende straniere non investono in Italia a causa dell’emergenza criminalità e della diffusa corruzione? Fino a quando, questi argomenti, verranno ritenuti distanti dalla crisi economica che stiamo vivendo?

A vedere le reazioni odierne degli esponenti del partito del Ministro degli Interni (!!!!), che si oppongono fermamente alla bozza di ieri,  la strada è ancora lunga e in salita.

 

per maggiori informazioni: http://www.lavoce.info/verso-reato-autoriciclaggio/

http://www.repubblica.it/economia/2014/10/10/news/scheda_come_funzionano_rientro_dei_capitali_e_autoriciclaggio-97789406/

 

 

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Umberto Zimarri
..Io, giullare da niente, ma indignato, anch'io qui canto con parola sfinita, con un ruggito che diventa belato, ma a te dedico queste parole da poco che sottendono solo un vizio antico sperando però che tu non le prenda come un gioco, tu, ipocrita uditore, mio simile... mio amico...

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