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La campionessa si racconta: intervista a Francesca Piccinini

Il primo numero autunnale della nostra rubrica dedicata ai grandi campioni dello sport, ha come protagonista il simbolo della pallavolo femminile in Italia: Francesca Piccinini. L’Intervista alla campionessa rompe un po’ lo schema classico essendo dedicata quasi totalmente all’importante progetto sociale della Fondazione Angelini che la schiacciatrice ed altri importanti sportivi italiani hanno sposato.

Francesca Piccinini- Liu JoFrancesca Piccinini è stata uno dei pilastri della vittoria italiana al Campionato del Mondo del 2002 e con la casacca azzurra ha collezionato qualcosa come 469 presenze. Nella sua carriera, ricca di successi, non si possono dimenticare il trionfo nei campionati Europei del 2009, le cinque Coppe dei Campioni vinte e i 4 campionati italiani.

Come scritto in precedenza, protagonista principale della nostra “chiacchierata” è sicuramente il Progetto ludico-didattico “La scuola Angelini – Imparare fa bene“. L’iniziativa è stata promossa dalla Fondazione Angelini in collaborazione con il CONI e la Società Italiana di Pediatria. L’obiettivo era tanto semplice quanto immediato, coniugare la formazione didattica al benessere psico-fisico. Sintetizzano perfettamente il concetto le parole presenti sul sito stesso della fondazione:  “Attraverso materiali didattici interattivi gli alunni sono stati stimolati a focalizzare gli argomenti utili a stare bene, crescere sani e felici e realizzare i propri sogni, come gli stili di vita sani e attivi, l’alimentazione corretta, l’educazione motoria, la pratica sportiva come universo valoriale e motore del benessere psico-fisico. Il concorso La Ricetta della Felicità invitava le classi a realizzare, in qualunque forma espressiva, una comunicazione che desse un’efficace testimonianza della loro personale ricetta per vivere in salute ed essere felici.

La schiacciatrice azzurra è stata ospite a Garbagnate, dove la quinta elementare della scuola “Salvator Allende” ha realizzato un video molto divertente in cui tutta la classe a tempo di musica ha spiegato l’importanza della corretta alimentazione, dell’attività sportiva, risultando, così, vincitrice per la Regione Lombardia.

Buona lettura

Francesca Piccinini con le maestre della scuola vincitrice del progetto. Fondazione Angelini- Imparare fa bene

Qual è stata la sua prima sensazione una volta entrata in contatto con i ragazzi della scuola elementare Salvator Allende di Garbagnate?

E’ stata una sensazione stupenda, è sempre bello stare a contatto con gli alunni delle scuole e con gli insegnati. I giovani fanno sempre domande intelligenti e mirate. Sono orgogliosa di aver trascorso questi momenti in loro compagnia perché anche da queste esperienze c’è sempre qualcosa da imparare

Cosa ha cercato di dare e di trasmettere ai bambini durante l’incontro?

Ho cercato di trasmettere loro la consapevolezza nelle proprie possibilità e nelle proprie capacità. Credere nei propri ideali ed essere fiduciosi di raggiungere i propri obiettivi è il modo raggiungere per realizzare i propri sogni. Ogni giorno serve credere in quello che si fa, dare sempre il 100% senza mai perdere di vista l’umiltà e la capacità di farsi volere bene dal prossimo aiutando chi è meno fortunato di noi

Uno dei passaggi fondamentali dell’iniziativa era rappresentato sicuramente dall’approfondimento sui valori e le caratteristiche caratteriali che i campioni dello sport dovrebbero avere. Qual è il suo credo a tal proposito? Quanto questo background ha influito per far divenire Francesca Piccinini la campionessa che tutti oggi apprezziamo?

Il carattere di forma con il duro lavoro, con i sacrifici ma soprattutto con l’eterna e costante voglia di apprendere e di mettersi sempre in discussione. Solo così si può crescere di  giorno in giorno ed arrivare ad arrivare a risultati che potevano sembrare irraggiungibile.

Quali campioni sono risultati i più amati dai ragazzi? C’è stata qualche sorpresa a riguardo oppure hanno prevalso i campionissimi del calcio?

E’ indubbio che le preferenze abbiano riguardato principalmente il mondo del calcio. Del resto i media prediligono e danno tantissimo spazio alle cronache sportive riguardanti questo sport. Da parte mia ho cercato di spezzare una lancia a favore degli sport minori pallavolo in primis che in Italia è tra le prime discipline in quanto a tesserati e riscuote molto successo anche negli ambienti scolastici. Da piccola ho praticato tanti sport, nuoto, danza, equitazione prima di scoprire lo sport di cui mi sono follemente innamorata, e tutti sono stati formativi.

Come ha spiegato la bellezza del suo sport? Lei ha l’onore e l’onere di essere il capitano della nazionale italiana di pallavolo: in che modo ha spiegato o spiegherebbe ai più giovani i compiti di questo ruolo così delicato?

La pallavolo è uno sport di squadra e come tutti gli sport di squadra ha nel suo bello nel doversi reggere sulle emozioni, le capacità e l’affiatamento tra i giocatori e le giocatrici. Essere stato capitano della nazionale è stata un onore. Personalmente ho sempre cercato di ricoprire questo ruolo restando me stessa, affrontando a viso aperto i problemi che si fossero presentati cercando di creare un bel gruppo. L’essere capitano è un ruolo importante ma passa sempre dal rapportarsi con il resto del gruppo e devo dire che ho sempre avuto la fortuna di poter contare su compagne di squadra con la testa sulle spalle

Francesca Piccinini- battuta. nazionale italiana.intervistaIn una passata intervista ha affermato che un buon leader non deve mai urlare: perché?

Forse è stato male interpretato. Io in effetti non esterno o sottolineo mai in maniera evidente un punto. Ma questo perché fa parte del mio carattere, ognuno ha il suo modo di esprimersi e di reagire a determinate situazioni. Un leader deve trasmettere energia e non necessariamente lo si deve fare sottolineando un punto con un urlo, la personalità può trasparire anche da mille altri atteggiamenti

C’è stata qualche domanda che l’ha particolarmente colpita? Su cosa si sono rivolte le attenzioni degli alunni?

Sicuramente la domanda più ricorrente è stata ‘come ho fatto ad arrivare dove sono arrivata’. Non è stato facile, lo ammetto, ma se sono riuscita a togliermi nella pallavolo tante soddisfazioni è perché mi sono sempre posta nuovi obiettivi. Sin da giovane se in una partita non scendevo in campo, il giorno dopo mi allenavo di più, cercavo di alzare l’asticella per dimostrare a me stessa e agli altri che valevo.

Cosa sente di aver imparato dal progetto “la Ricetta della Felicità, della Fondazione Angelini?

 Sostenere il progetto educativo della Fondazione Angelini è stato molto formativo. Incontrare bambini e bambine, molti dei quali di nazionalità straniera, è stato fantastico. Sentirsi accolta e ben voluta da loro, appagante. Non dimenticherò mai i sorrisi e gli abbracci. Una lezione di vita.

Sociale e Sport: quale secondo lei dovrebbe essere il ruolo degli atleti di punta verso chi è meno fortunato. C’è una sorta di ruolo sociale? Esistono dei “cattivi maestri” in quest’ottica?

Ai giorni nostri i media puntano molto sullo sportivo come simbolo di persona pulita e che lavora per raggiungere i propri obiettivi. Ritengo che noi sportivi abbiamo una grossa responsabilità di fronte al pubblico ed in particolare ai giovani e proprio per questo sia nostro compito confermare che grazie allo sport si debbano sempre tenere presenti determinati valori. E’ importante che si investa sullo sport affinchè anche i giovani dei nostri giorni possano divenire gli sportivi del futuro.

Francesca PiccininiFrancesca Piccinini è considerata da tutti come l’emblema della sportiva moderna: leader in campo, testimonial d’importanti marchi come per esempio Liu Jo, a volte protagonista anche sulle copertine patinate e come abbiamo visto impegnata in lodevoli iniziative sociali. Qual è il suo “segreto”: come riesce ad organizzare tutti questi impegni? C’è il rischio che le attività extra-sportive possano deconcentrare l’atleta dai suoi impegni agonistici?

Da tanti anni abbino alla mia attività professionale tanti aspetti che mi piacciono e mi lusingano. Ovviamente la priorità è per la pallavolo, solo nel tempo libero mi piace sentirmi occupata e fare attività che mi appagano per cui non penso che sussistano rischi di subire deconcentrazione.

Chiudiamo con un amarcord. Torniamo indietro nel tempo: quali campioni e/o campionesse l’alunna Francesca Piccinini avrebbe voluto incontrare e cosa avrebbe voluto chiederli?

Mi sarebbe piaciuto che a scuola fossero venuti a trovarmi i miei idoli ma forse ho avuto una fortuna maggiore, quella di poter giocare insieme a loro. Il mio idolo per eccellenza era l’attaccante americana Kiba Fhipps, con lei ho avuto l’onore di giocare e da lei di imparare tante cose che mi hanno permesso di arrivare dove sono arrivata.

 

 

 

 

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Umberto Zimarri
..Io, giullare da niente, ma indignato, anch'io qui canto con parola sfinita, con un ruggito che diventa belato, ma a te dedico queste parole da poco che sottendono solo un vizio antico sperando però che tu non le prenda come un gioco, tu, ipocrita uditore, mio simile... mio amico...

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