E’ la notte tra il 12 e il 13 Agosto del 1961, 50 anni fa.
Un silenzio allucinante stagna su una Berlino assopita nel buio della sua ultima notte da città libera.
La trama degli episodi destinati a cambiare per sempre il corso della storia inizia ad essere ordita sotto quel cielo stellato di metà estate.
Mentre ogni cosa tace, i soldati scendono furtivamente in strada ed iniziano a porre le fondamenta di quella che è una delle pagine peggiori della storia contemporanea: il Muro, quello squarcio nel cuore dell’Europa lungo circa 155 Km, quella ferita destinata a grondare sangue e rabbia per ben 28 anni.
Berlino si sveglia bruscamente e si ritrova divisa in modo assurdo e incomprensibile. La realtà delle cose non può essere alterata. Lo sgomento di chi è stato sradicato dalla propria famiglia, dai propri amici, dalla propria vita, tuona inutilmente, senza eco, senza possibiltà di scelta.
Inizalmente solo filo spinato poi, appena qualche giorno dopo, i primi mattoni e il primo cemento. Viene costruito un secondo muro e nasce “la striscia della morte”.
Berlino Est e Berlino Ovest diventano il simbolo di una Nazione dilaniata per più di mezzo secolo.
Mezzo secolo in cui libertà diviene una parola impossibile anche solo da sussurrare, mezzo secolo segnato dal sangue innocente di oltre 200 tedeschi, mezzo secolo vergognoso e disumano.
Bisognerà attendere il Vento del Cambiamento, in una gelida notte di Novembre, affinchè Berlino possa tornare a vivere sotto un unico cielo.
Un vento che spira forte già prima di quel 9 Novembre 1989 ma che ha bisogno di un alito finale per poter spazzar via l’infamia di una libertà negata. Forse non tutti sanno che la caduta del Muro di Berlino nasce in realtà da un “errore”. La gente è ormai matura, è pronta a riconquistare quello che le è stato tolto, e il pretesto le viene offerto da un ridicolo ministro della DDR, che in maniera goffa da notizia dell’apertura dei posti di blocco. Non sapendo cosa rispondere a chi chiedeva quando sarebbero entrate in vigore le nuove misure, il povero Schabowsky si lascia sfuggire un” immediatamente”. I berlinesi inondano le strade e le guardie non possono far altro che lasciar correre la storia.
Vi propongo proprio questo, il Vento del Cambiamento, che fa da sottofondo alle immagini crude e sbiadite di quello che è stato.
Certo se la città di Berlino fosse stata zona sismica…
Comunque la canzone wind of change degli scorpions è la vera vergogna del ventesimo secolo, non il muro. In genere gli artisti creano il bello dal brutto (vedi the wall, pink floyd). Gli scorpions sono riusciti a tirara fuori il peggio da qualcosa già di per sè orribile. Fantastici.
C’è un muro che però ancora resiste: è quello del suono, ideato dal genio Phil Spector per la musica dei Beatles. THE WALL OF SOUND! nessuno riuscirà mai a buttarlo giù. Nemmeno una canzone degli scorpions. 🙂
Io non la penso come te riguardo la canzone degli Scorpions, anzi ho voluto inserire proprio un video con quella canzone perchè credo che sintetizzi bene lo spirito di quei tempi. Infatti se mi posso permettere vorrei capire meglio perchè la reputi “la vergogna” del ventesimo secolo. Sinceramente mi sembra davvero una considerazione esagerata. Vorrei saperlo perchè magari tu cogli sfumature che io non sono riuscita a cogliere. Poi su The Wall dei Pink Floyd mi trovi perfettamente d’accordo. Volevo inserire anche quella ma per continuità di discorso ho optato per Wind of Change.
Intendevo Another brick in the Wall eh!
ahhah, ma perchè è uno dei gruppi più tamarri e ridicoli che sia mai comparso sulla terra. E poi il pezzo riassume il peggio degli anni 80 e 90: sonorità elettroniche orribili, tastiere selvagge, calzemaglie leopordate, chiome bionde e vaporose, testi pieni di un epos ridicolo. La parodia di una parodia. ahaaa, gli scorpions! quanto a pateticità sono secondi solo agli europe, che a loro volta si giocano il primato coi guns n’roses. E comunque non prendere sul serio i miei commenti.
cheers!