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L’Indifferenziato incontra Naman Tarcha – Il 21 novembre a San Giovanni Incarico

Alzare lo sguardo al di là dei nostri confini, guardare fuori dai nostri recinti, sentirsi appartenenti al mondo, sentire il bisogno di capire e conoscere cosa accade anche nei luoghi in apparenza lontano da noi, avere il coraggio di alzare la mano e di dire che così non va.  Queste importanti motivazioni presenti nel DNA della nostra associazione ci hanno spinto ad organizzare a San Giovanni Incarico il 21 novembre alle ore 17:30, presso il centro polivalente di Via Vignali, un incontro con il giornalista siriano Naman Tarcha. L’evento è stato realizzato in collaborazione con l’Anpi della Provincia di Frosinone a cui va il nostro più sentito ringraziamento.

Naman Tarcha

Cosa sappiamo della guerra civile che ha insanguinato la Siria? Chi massacra i cristiani e perché? Dove nasce l’Isis e come si sta sviluppando? Cosa è diventato il medio-oriente, da sempre ago della bilancia nella geo-politica internazionale? Riflettendo su questi quesiti ci si accorge di sapere poco o nulla e di aver appreso soltanto mezze notizie dai tg e dai giornali. E’ di estrema importanza, però, non fermarsi all’apparenza e scendere alla radice della questione, questo è l’obiettivo dell’evento.  In questa missione ci aiuterà il nostro gradito ospite, siriano d’origine nato ad Aleppo da una famiglia cristiana. In Italia, Naman è un affermato giornalista: è uno dei volti Babel Tv, presente sulla piattaforma Sky al canale 141, ed è redattore di Babzine, programma d’ informazione ed approfondimento quotidiano condotto da quattro giovani redattori provenienti da paesi e culture differenti che vivono in Italia. Scrive, inoltre, con il Fatto Quotidiano, collabora con l’agenzia d’informazione Zenit ed è tra gli autori di Media arabi e Cultura nel Mediterraneo”, edito da Gangemi nel 2009.

“Il ripudio della guerra è un dovere per ogni italiano, e l’ANPI lo sostiene convintamente – ci ricorda Giovanni Morsillo, presidente dell’Anpi della nostra provincia – Condanniamo pertanto le violenze, anche e soprattutto quando si presentano travestite da fede religiosa, da fondamentalismo ideologico o da programma moralistico (pulizie etniche, fobie di ogni tipo, ecc.). Vorremmo, con questa piccola iniziativa, dare il via a qualcosa di più duraturo, innescare una macchina della solidarietà e della pace in grado di proseguire con costanza e far giungere ai popoli delle città siriane dilaniate il nostro fraterno e solidale aiuto”.  E’ bene sottolineare che tutte le iniziative svolte dall’Anpi in questo progetto sono state sostenute dal Coordinamento nazionale italiano per la pace in Siria.

Non possiamo accettare mezze verità, non dobbiamo tollerare dei veri e propri genocidi nel nome della religione, non possiamo permetterci altri decenni di guerre. Abbiamo il dovere di informare e di far capire, per questo diventano estremamente importanti momenti di approfondimento e discussione come quello di venerdì 21 novembre.

Quando regna il caos, i lupi escono e vanno in giro a cercare altre prede, anche nel nome della religione, e uccidono non solo gli innocenti, ma anche il senso del vivere insieme, la spiritualità e il messaggio pacifico. La cosa più grave non è solo il gesto violento che si manifesta uccidendo, tagliando gole, decapitando innocenti, ma il fatto che ciò venga fatto nel nome di Dio, e di una religione di milioni di persone.” Naman Tarcha

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Umberto Zimarri
..Io, giullare da niente, ma indignato, anch'io qui canto con parola sfinita, con un ruggito che diventa belato, ma a te dedico queste parole da poco che sottendono solo un vizio antico sperando però che tu non le prenda come un gioco, tu, ipocrita uditore, mio simile... mio amico...

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