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Cos’è il 25 Aprile?

« Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra costituzione. » Piero Calamandrei

Il 25 Aprile l’Italia festeggia l’Anniversario della Liberazione  dal nazifascismo e questa data rappresenta un giorno fondamentale e imprescindibile per la storia democratica del Nostro Paese. Convenzionalmente è stata scelto questo giorno perchè proprio il 25 Aprile c’è stata la Liberazione di Milano e Torino. é impossibile pensare la Repubblica Italiana senza il sacrificio volontario e spontaneo dei partigiani nel movimento della Resistenza.Secondo alcune stime, durante la Resistenza Italiana morirono, in combattimento o uccisi in seguito a cattura, circa 44700 partigiani. Questo dovrebbe essere un giorno dedicato al  loro ricordo. La Resistenza, però, va ben oltre il  significato militare, pur importante, che i partigiani seppero dare, è un riscatto individuale e collettivo, morale e politico di  una parte della popolazione italiana dopo anni di buio sotto ogni aspetto. Onorare i partigiani deve essere un nostro dovere, da loro si deve imparare ad amare la  libertà  che è in assoluto il bene più grande dell’individuo. Dagli eroi partigiani si deve imparare il significato vero e profondo di quella parola magica che si chiama Resistenza:   che è un stato d’animo, una presa di coscienza forte che consiste nel  rifiutare e combattere con fierezza  e orgoglio ogni ingiustizia.

C'è Bisogno di Resistenza

Il 25 Aprile non è una festa decisa a tavolino, non è neanche un giorno in meno a scuola, è la storia di migliaia di uomini in carne ed ossa che hanno solcato i viottoli stretti di montagna, rischiando la vita perchè volevano e sognavano  un’Italia migliore e antifascista, e nei loro occhi e nei loro racconti che oggi dobbiamo ritrovare la via maestra per risorgere da una situazione insostenibile culturalmente,economicamente e politicamente. Dobbiamo stare molto attenti, però, perchè anno dopo anno a questa festa non viene dato il giusto peso, sia da un revisionismo storico coordinato dai reduci del  fascismo e della Repubblica di Salo, che da sempre hanno negato il carattere di lotta di liberazione alla Resistenza e, sin dalle origini, hanno utilizzato il concetto di guerra civile per equiparare, sul piano politico e morale, le ragioni delle parti in lotta, sia dai mass media che nei loro enormi spazi non trovano mai tempo per spiegare come e sul sacrificio di chi si è formata la nostra Repubblica. Provate a prendere dei giovani a caso davanti un qualsiasi edificio scolastico di scuola superiore e domandare cosa si festeggia oggi? Molti non sapranno rispondere. E quello che è successo a Roma, purtroppo, non è un caso. Non è una stranezza nell’Italia di oggi vedere dei manifestanti a Roma celebrare la Repubblica di Salo.

Il messaggio che ci hanno mandato i nostri nonni è stato molto chiaro: combattette contro i soprusi, siate coraggiosi e Pensate che tutto questo è successo perchè non ne avete più voluto sapere. Ricordate, siete uomini, avete il dovere, se il vostro istinto non vi spinge ad eserictare il diritto, di badare ai vostri interessi, di badare a quelli dei vostri figli.   Quindi ricordate le parole di Antonio Gramsci: “Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.

Vorrei concludere questo articolo  in un modo particolare, come non ho mai fatto, con una poesia. Perchè la Resistenza oltre ad averci donato la Repubblica, ci ha donato splendide pagine di letteratura e poesia.

Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.

Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.

Ma soltanto col silenzio del torturati
più duro d’ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.

Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA

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Notizie su Umberto Zimarri

Umberto Zimarri
..Io, giullare da niente, ma indignato, anch'io qui canto con parola sfinita, con un ruggito che diventa belato, ma a te dedico queste parole da poco che sottendono solo un vizio antico sperando però che tu non le prenda come un gioco, tu, ipocrita uditore, mio simile... mio amico...

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