È alla natura che spesso si appella chi vuole esprimere il proprio dissenso alle unioni civili e alle famiglie omogenitoriali. Si può convenire sul fatto che l’uomosessualità sia in qualche modo contro natura: salvo rare osservazioni, in qualche altra specie animale, l’omosessualitá non si osserva normalemente in natura, non è qualcosa di scritto nella genetica; questo fatto è pacifico. Allo stesso modo è naturale che serva l’unione eterosessuale per dare vita a una nuova creatura.
C’è peró una confusione di fondo che va chiarita: le dinamiche dello sviluppo sociale non sono aderenti alle leggi della natura. Lo sviluppo sociale non è relazionato all’evoluzione genetica della specie. Le adozioni omosessuali non seguono le regole della natura come non le seguono il matrimonio, il divorzio, i confini amministrativi, il denaro, le tasse. Sono questi tra gli aspetti che non vengono regolati in base a leggi della natura; sono piuttosto strumenti e concetti inventati dall’uomo man mano che la società si evolveva, per soddisfare, appunto, le esigenze di un tessuto in continua evoluzione. Non c’entra la morale visto che ognuno ha la propria, e non c’entra la natura, che è uguale per tutti. C’entra però l’etica, e c’entra il progresso. E’ un cambiamento, una richiesta di diritti addizionali da parte di una porzione di società che ne avverte, evidentemente, la mancanza. Possiamo non capirne i motivi, possiamo non trovarne le spiegazioni, ma in questo caso di chi è il limite? Se poi non riusciamo ad accettare, per adesso, una posizione cosi diversa dai nostri schemi (comunque imposti dalla società) è su noi stessi che dovremmo lavorare.
“Le differenze sono le forzanti che permettono ai potenziali di esprimersi nelle forme piú impensabili; esse perciò vanno preservate, non abbattute. Così è nella fisica, nella chimica, nella natura.
Così é per le opinioni; così è nella vita”.
Maria Skłodowska