“La Padania si sta staccando”. Partiamo da questa infelice affermazione, che ha provocato sdegno e vergogna su tutti i social network e in tutti gli altri media, pronunciata dal leghista Stefano Venturi (giustamente poi dimessosi), per sottolineare l’opposto, ovvero che la Pianura Padania si trova nel bel mezzo, oserei dire tra incudine e martello, con l’Appennino spinto dalla placca adriatica verso le Alpi.
Centinaia le scosse avvertite, ancora molte sono quelle di assestamento, partendo dalla più forte, di magnitudo 5.9, avvenuta alle 4:03 del 20 Maggio nella zona di Modena nel distretto sismico “Pianura_padana_emiliana” , che ha provocato la morte di sette persone, oltre lo sfollamento di 4500 persone.
Il rischio sismico in queste zone è sempre stato classificato come “medio-basso” (come da cartina) anche se in passato negli stessi luoghi di Modena e Ferrara sono stati registrati tremendi terremoti. Come viene ricordato quello del 1570, con magnitudo 5,5, sempre a causa della placca adriatica in continuo movimento dall’Africa verso il nord-est.
Sotto la Pianura Padana esiste una catena montuosa molto attiva, che è appunto la falda dell’Appenino, che negli ultimi anni era stata soggetta anche a degli studi dopo che alcuni sciami sismici nel 1996, 2000 e 2008 colpirono l’Emilia e in particolar modo le zone del parmense e del reggiano. Alessandro Michetti, docente di Geologia al Dipartimento di scienza e alta tecnologia (Dsta) dell’universita’ di Varese ha affermato che “con i dati oggi in nostro possesso, possiamo escludere il verificarsi di terremoti di Magnitudo superiore a 7. Ma nello stesso tempo, non possiamo escludere nell’area epicentrale del terremoto di ieri notte scosse di Magnitudo intorno a 6.0-6.5, e quindi intensita’ del IX grado MCS (Mercalli-Cancani-Sieberg)”.
Finora sono state localizzate oltre 100 repliche, di cui 6 di magnitudo compresa tra 4 e 5; 27 di magnitudo tra 3 e 4, e oltre 75 di magnitudo inferiore. Appunto ciò che colpisce è che l’area interessata è di quasi 40km. Come mai la zona è così estesa e non cessa questo sciame sismico? Secondo il sismologo Warner Mazzocchi “la compressione fra le due placche deve liberare l’energia accumulata. E ciò può avvenire in tre modi: nel giro di poche ore; nell’arco di qualche giorno o nel giro di un lasso di tempo molto più lungo. “Nelle prossime ore ci aspettiamo una riduzione dell’intensità, ma non si può escludere che possano avvenire altri terremoti importanti”.
E dopo tre anni, un nuovo terremoto, torna a far tremare l’Italia e sempre con il picco d’intensità nella notte. Per il presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Stefano Gresta, “il terremoto del 20 maggio 2012 avrebbe potuto provocare una strage se fosse avvenuto sotto una città.” Come appunto è avvenuto per L’Aquila. Per il ricercatore del Cnr, Gian Paolo Cavinato, i due sismi sono eventi diversi, “La potenza non è l’unico elemento. Va valutata la composizione del sottosuolo e la morfologia geologica dell’area interessata dalla scossa”.
Per adesso la speranza e’ che non si ripeta quanto accadde nel 1570, quando la sequenza sismica duro’ ben quattro anni.