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Allarme Criminalità nel Cassinate e nel Frusinate

C’è un vero e proprio allarme criminalità nella nostra provincia, è questo quello che emerge dalla relazione sull’amminitrazione della Giustizia  della Procura Generale della Repubblica di Roma. Il documento del Procuratore Generale, Luigi Ciampoli, sottolinea ed evidenzia  in maniera chiara  l’ infiltrazione mafiosa sul nostro territorio. I campanelli di allarme stanno suonando da troppo tempo, ma le istituzioni e la classe dirigente continuano ad essere sordi e a non intervenire per arginare seriamente il problema. Il lavoro della Procura esamina dettagliatamente  la situazione  in ogni circondario della Regione Lazio, considerando  separatamente le  varie azioni malavitose. Per quello che ci riguarda più da vicino, la situazione più grave riguarda l’associazione a delinquere di tipo mafioso.

Distretto di Cassino

Nel Circondario di Cassino viene segnalato che la esposizione ad infiltrazioni della criminalità organizzata, soprattutto nel settore economico delle attività imprenditoriali e, secondariamente, degli appalti pubblici, è favorita dalla situazione economica-sociale del Cassinate e, soprattutto, dalla sua posizione geografica di zona di frontiera soprattutto tra la Campania, ove domina il Clan dei Casalesi, e il Lazio.Inoltre, la sua posizione geografica rende il Cassinate territorio agevole di transito e lo configura come traiettoria ineludibile di attraversamento lungo la fascia tirrenica nella dorsale Sud-Nord. Emblematica, sotto tale riguardo, è la circostanza che il noto esponente del Clan dei Casalesi, Giuseppe Setola, con suoi accoliti, fu catturato il 14 gennaio 2009 con ben altre 4 persone, in Mignano Monte Lungo (territorio compreso nel Circondario di Cassino) e dovrà essere processato anche a Cassino. Infine, la progettata realizzazione della nuova superstrada destinata a collegare l’Adriatico al Tirreno, congiungendo Termoli, sulla sponda adriatica molisana, all’innesto nel Cassinate, con il casello di San Vittore sulla Autostrada del Sole, non farà che accrescere la appetibilità criminale della zona. Tale posizione geografica spiega la apparente anomalia di una serie dì procedimenti contro la Criminalità organizzata dedita al traffico di stupefacenti anche su rotte internazionali, che lambiscono la Ciociaria.

Per quanto attiene al versante criminogeno con radici interne, il dinamismo economico dell’area del Cassinate e lo sviluppo dell’area industriale e commerciale della Ciociaria costituiscono poli di attrazione, almeno in nuce, della criminalità organizzata in misura cronologicamente crescente, con involuzione in senso negativo, con ritmo moderato, ma progressivo. Lungo l’intero perimetro dei suoi confini, meridionali, il Cassinate è in contatto con zone della Campania caratterizzate da densità e capacità criminali certamente maggiori e più raffinate. Dalle Regioni contigue la criminalità organizzata non di rado sconfina in Ciociaria ed ivi in qualche modo si installa, alla ricerca di ripari, in zone ove la caratura delinquenziali di quei soggetti non à adeguatamente nota. Saltuaria, ma non meno pericolosa (per il rischio di propagazione ed attecchimento in loco) è la comparsa nel Cassinate di soggetti, soprattutto campani, ma talvolta anche stranieri, qualificati sotto il profilo della criminalità organizzata ed operanti in Italia ed all’estero principalmente nel lucroso campo del traffico di stupefacenti. Non é mancata l’importazione in Ciociaria di talune iniziative economiche illegali dai facili guadagni, quali lo smaltimento di rifiuti solidi anche pericolosi.

Emblematicamente significativa è la scelta di numerosi pregiudicati delle Regioni contigue, quando sono sottoposti a misure di prevenzione. Costoro optano per la permanenza in Ciociaria come luogo di soggiorno obbligato, non già per la salubrità dei suoi monti e la purezza delle sue acque, ma per la sua vicinanza alle loro zone di origine e di operatività criminosa e per la scorrevolezza delle vie di comunicazione, non di rado esportando in queste nuove terre i riflessi delle loro scelte criminose ed inevitabilmente qui intessendo nuovi legami.

Mafia nel Lazio

Distretto di Frosinone

“Nei Circondari di Latina e Frosinone si registra un elevato grado di penetrazione della criminalità mafiosa nel tessuto economico. Per quanto riguarda la provincia di Frosinone, si sottolinea che la stessa, sia per la sua posizione baricentrica tra Roma e Napoli, sia per la presenza dello strategico asse autostradale che la attraversa e degli importanti insediamenti industriali, genera particolare interesse nella criminalità camorrista. La vicinanza dei territori direttamente controllati dai casalesi e lo scarso radicamento della criminalità locale, pongono l’esponente di un clan camorrista che si insedia su tale territorio, in una posizione di assoluta egemonia. In tali “tranquille” realtà territoriali, l’assoggettamento si realizza automaticamente, senza necessità di inutili minacce, cosicché l’organizzazione camorrista si atteggia con una presenza meno invasiva, assumendo iniziative violente e clamorose solo nei rari casi in cui ciò è indispensabile.”

Distretto di Frosinone-reati commessi da  Stranieri.

Nel Circondario di Frosinone le difficoltà produttive o, addirittura, la chiusura di importanti stabilimenti industriali e il conseguente incremento delle situazioni di disoccupazione/inoccupazione (in uno con la sostanziale riduzione delle possibilità di risparmio e di accesso al credito delle famiglie) hanno, da un lato, creato condizioni favorevoli all’incremento dei casi di usura (già tradizionalmente rilevanti nel territorio) e, da altro lato, hanno fornito materiale umano per i reati di spaccio di stupefacenti e per quelli contro il patrimonio (preoccupante, soprattutto, l’incremento delle rapine a mano armata in case private). Peraltro i reati sopraddetti appaiono, in molti casi, collegati sia alla tradizionale presenza in provincia di stanziali famiglie di origine rom (attive soprattutto nell’usura e nelle, connesse, estorsioni) sia alla saldatura fra alcuni nuovi residenti di origine albanese e/o rumena ed esponenti della criminalità locale (ciò soprattutto con riguardo allo spaccio di stupefacenti e alle rapine). Le espressioni criminali delle comunità albanesi e rumene sono attive, oltre che nei reati violenti contro il patrimonio e nel traffico degli stupefacenti, anche nello sfruttamento della prostituzione: è proprio nell’ambito della concorrenza criminale nel settore che sembra trovar ragione il più grave fatto di sangue (omicidio volontario e lesioni personali del 18.4.2009) per cui è attualmente in corso processo presso la locale Corte d’Assise a carico di esponenti della famiglia albanese dei Kaloti.

C’è ancora chi continua a negare l’impossibile. Data la situazione agghiacciante, non c’è più bisogno di proclami, c’è bisogno che ognuno, dai cittadini ai Palazzi del Potere, faccia la sua parte. Si deve agire,  non c’è più tempo per delegare.

 

 

 

 

 

 

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Umberto Zimarri
..Io, giullare da niente, ma indignato, anch'io qui canto con parola sfinita, con un ruggito che diventa belato, ma a te dedico queste parole da poco che sottendono solo un vizio antico sperando però che tu non le prenda come un gioco, tu, ipocrita uditore, mio simile... mio amico...

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