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La Libreria del Villaggio : A volte ritornano

 

Dopo circa 5 anni sabatici, caratterizzati da assenza di ispirazione, ho ritrovato all’improvviso la scintilla che ha riacceso la fiammella immergendomi nelle pagine del penultimo capolavoro in senso cronologico del genio del thriller italiano. Lo definirei “il maestro” del romanzo thrilleriano italico, sia per la capacità di scrittura che è sempre coinvolgente fin dal primo rigo, caratterizzata dall’ intreccio complesso ma scorrevole e avvincente, che per i contenuti supportati da particolare sapienza tecnica, da esperto criminologo qual è.

Uno stile unico e un’inventiva molto realistica che lascia sempre margine di riflessione postuma,  nonostante i suoi non sono certo delle opere alla Boudelaire.

Donato Carrisi

 

 

 

 

Signore e signori sto parlando del ritorno di Donato Carrisi e del capolavoro assoluto de “La ragazza nella nebbia”, da cui il film omonimo di grande successo nei cinema nello scorso autunno, interpretato tra gli altri da Toni Servillo, nelle vesti di un inquirente molto noto al pubblico e dal modus operandi fuori dagli schemi.

 

Toni Servillo

 

 

 

 

 

 

 

 

Terminato questo romanzo a mettermi di nuovo k.o. a distanza di qualche giorno è stato “L’uomo del labirinto”, l’ultimo romanzo pubblicato dal maestro. Praticamente un “uno-due” ubriacante degno del mignor Messi. Ma magari di quest’ultimo ne riparlerò più in là perché sono ancora sotto psicofarmaci…uscire dal labirinto non è affatto facile, comunque sia se ne esce segnati.

 

 

 

 

A volte ritornano; anche nei luoghi che appaiono più tranquilli e monotoni del pianeta. Luoghi come “Avechot”, paesello avvolto e ovattato da una fitta nebbia persistente, abitato da pochissime anime che l’autore va ad incastonare da qualche parte lì su tra le alture alpine.

 

 

I mostri nascosti nell’animo umano, fondamentalmente è su questo che Carrisi sviluppa il romanzo. Sono loro che “a volte ritornano”, perché dove c’è uomo c’è potenzialmente malvagità, e dunque non può essere esonerato da ciò neanche un piccolo centro abitato come Avechot, apparentemente candito e puro come un ruscello di alta montagna.

 

 

Capita cosi che una ragazzina proveniente da una famiglia timorata di Dio, in un posto che potrebbe essere un angolo di Eden, scompaia nel nulla in una fredda e nebbiosa mattina apparentemente uguale a tutte le altre.

Accade molto raramente, tanto che il pensiero che possa succedere a noi o nelle nostre vicinanze non ci sfiora nemmeno, ma a volte le persone sembrano inghiottite dalla terra che calpestano e …non tornano più.

Di lì a poco il luogo isolato e socialmente ermetico tra le Alpi verrà violato e violentato da forze di polizia e mass media in massa che si cimenteranno nella “studiata” ricerca dell’innocente ragazzina scomparsa nel nulla, ma anche nella ricerca della verità, reale o surrogata purchè si abbia qualcosa di cui parlare.

Storia davvero geniale ad incalzante che tiene il lettore in costante fiato sospeso mentre i protagonisti sono immersi  nella corsa contro il tempo. Si dovranno percorre piste forse non ortodosse per liberare il paese da un pesante clima macabro, seppur non caratterizzato dal solito spargimento di sangue.

Beh forse giusto una goccia…

 

 

 

E’ prioritario trovare la persona scomparsa o assicurare il presunto colpevole alla giustizia? Ammesso che esista un colpevole…Ma non c’è solo questo. Ci sono i media, l’opinione pubblica, entità fameliche che vanno sfamate, in qualsiasi modo.

 

 

 

Non voglio “spoilerarvi” altro ma bensì esprimere quelli che secondo me sono stati eccitanti similitudini con la realtà dei crimini di genere successi in Italia negli ultimi 10/20 anni.

Tra le pagine de “La ragazza nella nebbia” mi sono infatti ritrovato tra le strade ed i boschi di Cogne, luogo sicuro e tranquillo fin quando non successe ciò che mai si pensava potesse accadere, nelle caratteristiche case di legno di montagna, gelato dal freddo pungente, sensazione che il romanzo lascia sulla pelle anche con i suoi snodi narrativi.

 

Tra quelle pagine avevo davanti agli occhi Yara e Sarah, due ragazze troppo giovani per non essere candidamente innocenti e che nell’immaginario comune forse erano ancora prive di grilli nella testa, senza impulsi particolari che possano portare una ragazzetta adolescente fuori dal binario “casa / chiesa”.

 

L’intreccio romanzato ha rispolverato nella mia memoria addirittura il fenomeno di “unabomber”.

Potrebbe sembrare da visionario ma che ci crediate o no in questo romanzo stupefacente ho incontrato anche la spudoratezza e l’essere cinico di chi si nutre di fatti strazianti per raggiungere il successo personale, sempre di più. Si, ci si imbatte in esseri proprio come lei …la Barbara nazionale. Di nome e di fatto verrebbe da dire.

Chiaramente nulla fa riferimento a fatti accaduti o persone esistenti, sono solo accostamenti che potrebbero essere semplici ed erronee visioni del sottoscritto. Quindi non allarmatevi, la scelta di leggere questo romanzo non deve essere cestinata o procrastinata per questi motivi. Spero di non aver fatto pubblicità al contrario ma di aver aperto una braccia nella vostra curiosità.

 

“La nebbia” rapirà anche voi, per almeno 4 giorni. I primi due voleranno in costante apnea con le pagine che volterete a 200 all’ora, durante gli altri due invece sarete distolti anche vostro malgrado da qualsiasi altro pensiero, quindi fate attenzione perché si rischia di sbattere contro porte e muri mentre si rimugina sul corso degli eventi narrati. Consiglio di munirvi di certificati di malattia per una settimana.

E’ una storia che mette in dubbio tutto e tutti.

Siamo sicuri che i timorati di Dio, quelli che non fanno un passo senza “rendere grazie” siano persone totalmente “a posto”?

Siamo sicuri che chi ci fornisce informazioni sia professionale al 100%?

Siamo sicuri che chi ci siede accanto per aiutarci e darci supporto sia integerrimo?

Chi sono i veri mostri?

Forse di veri mostri non ce ne sono, perchè a volte pur di fare del bene ci si sporca un po’, magari di rosso.

Chi può dirlo? Di certo non io.

Io so solo che a volte ritornano.

 

 

P.s. da leggere imbardati di indumenti in pile perché fa freddo lassù.

 

Buona lettura e a presto

 

 

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