Il web ha trasformato profondamente il modo di relazionarsi alla medicina. Secondo le convinzioni dei più audaci, grazie ad internet possiamo essere tutti dottori, in grado di identificare in rete i sintomi di cui soffriamo e trovare così la cura più adatta. Altri, invece, considerano motori di ricerca e siti una sorta di “Dottor Internet” a cui affidarsi ciecamente per trovare un rimedio ai loro disturbi. Una ricerca inglese ha svelato che il 60% degli adulti preferisce rivolgersi al web in caso di un qualunque disturbo invece di recarsi dal proprio medico.
La situazione è simile in Italia, dove più di 16 milioni di persone vanno alla ricerca di informazioni di tipo sanitario sul web, e un numero sempre crescente di individui lo fa in maniera compulsiva, convincendosi poi di essere affetto da qualche patologia. Inutile dire che si tratta di un comportamento sbagliato: tale pratica, infatti, porta molto spesso a fraintendere i sintomi, generando così ansia che può sfociare in panico ed ipocondria, e in alcuni casi si finisce per seguire delle cure sbagliate. Perciò sarebbe meglio affidarsi ad altri strumenti che il web ci mette a disposizione, come ad esempio questo forum sulla salute dove si possono approfondire le tematiche legate alla medicina ed avere precise indicazioni riguardo sintomi e malattie.
Senza le adeguate competenze mediche, i sintomi possono essere facilmente fraintesi: un normale mal di testa rischia di trasformarsi in un tumore al cervello, così come dietro una fitta al braccio si cela un infarto. Ed ecco che quelli che fino a poco tempo fa erano definiti ipocondriaci diventano cybercondriaci, ovvero navigatori che cercano in modo compulsivo notizie su qualsiasi tipo di sintomo o malessere. Le cifre diffuse dal Censis che riguardano queste persone parlano chiaro: su 23 milioni di utenti, il 34% si connette ad internet per andare in cerca di dati medici e per il 18% il web rappresenta la prima fonte di informazioni, davanti addirittura al proprio medico.
Ai dati del Censis si affiancano quelli di Google: la parola più cercata in assoluto dai navigatori italiani è “tumore”, nello specifico quelli al colon e al seno. A rendere ancora più problematico questo tipo di ricerche il fatto che non sempre le informazioni presenti in rete sono affidabili, anzi; quando si parla di medicina, gli errori sono dietro l’angolo, persino su Wikipedia. Il perché è presto detto: tematiche delicate come le patologie richiedono grande competenza e una perfetta conoscenza dell’argomento, strumenti che molto spesso chi scrive su internet non possiede.
Convincersi di soffrire di una patologia, dunque, diventa facile e nella gran parte dei casi quella patologia è anche la più grave: il cybercondriaco, infatti, raramente considera i propri sintomi legati a malattie più semplici, e di conseguenza più comuni. Un’altra conseguenza di tale convincimento può addirittura portare ad ostacolare la diagnosi da parte del medico, enfatizzando alcuni sintomi e trascurandone altri pur di sostenere la propria auto-diagnosi. Rinunciare ad internet non è però la soluzione alla cybercondria: le ricerche in rete sono spesso utili, ma bisogna approcciarsi al web nella giusta maniera, cercando fonti ritenute affidabili e avendo la consapevolezza che non tutte le informazioni che si trovano online sono vere.
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