Home / Attualità & Economia / La distruzione (mancata?) della scuola pubblica

La distruzione (mancata?) della scuola pubblica

200 milioni tolti alle scuole pubbliche e destinate agli istituti privati, anche questa doveva essere Spending review, e per fortuna non è stata.Ci hanno provato fino alla fine, però visto il clamore creato dalla notizia e le giustissime proteste, questo emendamento è stato cancellato. Tutto bene quel che finisce bene, a cuor leggero si potrebbe esclamare, ma non è cosi. é inamissibile il concetto  di istruzione e scuola pubblica che si sta portando avanti tra tutti i recenti  governi. Lo dico chiaramente, non sono assolutamente d’accordo con la parità tra istituti statali e privati. é inammissibile che si continuano a dare fondi agli istuti privati, vista l’enorme difficoltà in cui versano le Università italiane. Immaginate che enorme beffa poteva esserci in questo punto della riforma: non solo si sarebbero tagliati i fondi agli istituti statali, ma si regalavano a quelli privati. Che grandi luminari questi tecnici che abbiamo al potere.

Crisi della scuola pubblica

Ma è normale che si pensano riforme del genere visti i  curriculum del governo  dei tecnici: Mario Monti era presidente del cda della Bocconi, Lorenzo Ornaghi(ministro della cultura) era  rettore dell’Università cattolica, Paola Severino era vicerettore dell’università Luiss “Guido Carli. Quindi che cosa ne possono sapere dei sacrifici che fanno gli operai, gli artigiani, i semplici commercianti per mandare i figli all’università? Mi tornano in mente le parole di “Contessa” una splendida canzone di Paolo Pietrangeli  riportata anche in auge dai Modena City Ramblers:

 

Del resto mia cara di che si stupisce
anche l’operaio vuole il figlio dottore
e pensi che ambiente che può venir fuori
non c’è più morale, Contessa.”

La realtà nella sua immensa brutalità è questa. Secondo un’indagine del Censis il 44,8% dei figli di operai fa l’operaio. Mentre il 40% dei figli di borghesi fa il borghese. E il 63,8% di quelli dei piccolo borghesi fa il piccolo borghese. E’ l’istantanea drammatica, che vale più di mille parole , di un Paese immobile e in coma , nel quale la mobilità sociale è pressoché ferma e nel quale in qualche modo si è condannati nel bene o nel male, a seconda dei punti di vista, a fare quello che facevano i propri genitori. Rendere la scuola come un’azienda (che slogan eh) e l’istruzione come un lusso porta come logica conseguenza ad un popolo più ignorante, meno pensante e quindi più facile da governare e distrarre.  Pensato a che enorme scandalo a cielo aperto sono i diplomifici in Italia? Ma ovviamente nessuno muove un dito per risolvere la situazione, anzi parifichiamo l’ignoranza che è meglio.

 

Il problema è di principio dunque. è  certo e intoccabile il diritto che ognuno può e deve scegliersi la scuola che vuole, perchè libera deve essere la cultura . Però,questo, deve essere fatto in maniera autonoma e indipendente dalle tasche di  tutti i cittadini. E non lo dico io, lo dice quella grande e bella Costituzione che abbiamo in Italia. Basterebbe rispettarla e non guardarla come un libro dei sogni e sicuramente saremmo in un Paese migliore.

 

Mi piacerebbe molto che una futura coalizione di Sinistra, e parlo di una Sinistra vera , mettesse e affrontasse  nel suo programma argomenti come la Scuola Pubblica, perchè è da qui che deve per forza ripartire ed uscire dal coma l’Italia. Il grosso problema è che ci stanno somministrando un’accanimento terapeutico da ormai troppi anni.

 

 

Commenti

commenti

Notizie su Umberto Zimarri

Umberto Zimarri
..Io, giullare da niente, ma indignato, anch'io qui canto con parola sfinita, con un ruggito che diventa belato, ma a te dedico queste parole da poco che sottendono solo un vizio antico sperando però che tu non le prenda come un gioco, tu, ipocrita uditore, mio simile... mio amico...

Rispondi

Il tuo indirizzo eMail non sarà Pubblicato.I campi obbligatori sono contrassegnati. *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Sali